sabato 11 giugno 2011
A Siah Sang, nella provincia meridionale di Kandahar, un minibus stipato di persone ha urtato un rudimentale ordigno esplosivo, causando la morte di otto bambini, quattro donne e tre uomini.
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Vittime civili come non mai. Le settimane che precedono l'inizio della transizione della sicurezza in Afghanistan a luglio si stanno rivelando molto cruente, al punto che le perdite civili dello scorso maggio 368), ha annunciato oggi la Missione delle Nazioni Unite di assistenza alla sicurezza (Unama), sono state le più alte da moltissimi anni, e comunque almeno dal 2007, quando l'Onu ha cominciato a redigere le sue statistiche.E a conferma di una situazione che preoccupa molto le autorità afghane ed internazionali, varie province afghane sono state teatro di attentati in cui hanno perso la vita ufficiali ed agenti di polizia (Khost, Laghman e Ghazni), Ma in due di essi (Kandahar e Kunar), per lo scoppio di un ordigno esplosivo e il lancio di proiettili di mortaio, sono morti almeno 21 civili, fra cui donne e bambini.L'episodio più grave, quello che neppure i talebani hanno avuto il coraggio di rivendicare, è avvenuto a Siah Sang, nel distretto di Argandab della provincia meridionale di Kandahar, quando un minibus stipato di persone ha urtato un rudimentale ordigno esplosivo (ied) e si è rovesciato ed incendiato, causando la morte immediata di otto bambini, quattro donne e tre uomini.Qualche ore dopo, il ministero dell'Interno annunciava che in un attacco di mortaio nella provincia orientale di Kunar, avevano perso la vita sei civili, fra cui altri due bambini.Il presidente Hamid Karzai, che ha compiuto una visita di due giorni in Pakistan per gettare le basi per un processo di pace e riconciliazione per il suo paese, ha vivamente condannato questa "nuova strage di persone innocenti (...) causata dai nemici dell'Afghanistan". Una condanna a cui si è associata la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) secondo cui "persone normali che oggi si sono svegliate per trascorrere una giornata in famiglia o per lavorare al servizio della società, non ritorneranno a casa perchè spregevolmente uccisi da insorti che fanno di tutto per impedire la pace".Lo studio dell'Unama presentato oggi è stato premonitore di questa tragedia senza fine, rivelando che a maggio 2011 si è toccato il primato di 368 vittime civili, accompagnate da almeno altri 593 civili rimasti invece feriti. Al riguardo Georgette Gagnon, responsabile per i diritti umani dell'Unama, ha detto che per questo stato di cose "siamo molto preoccupati perchè riteniamo che con la stagione bellica estiva appena cominciata, questa situazione potrebbe peggiorare. Per questo le parti coinvolte nel conflitto debbono moltiplicare gli sforzi per proteggere l'incolumità dei civili innocenti".Secondo le statistiche presentate, le forze antigovernative sono state responsabili in maggio della morte di 301 civili (82%), mentre a quelle favorevoli al governo vanno attribuite 45 vittime (12%), mentre di per altri 22 civili morti (6%) non è stato possibile precisare le responsabilità, perchè spesso caduti per fuoco incrociato.
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