mercoledì 11 aprile 2012
Lo chiamano "mahr" e può arrivare a decine di migliaia di dollari: quello che paga la famiglia dello sposo alla famiglia della ragazza che porta in dote gioielli e beni per la nuova casa. Dall'Helmand è partito il tentativo di abolirlo.​
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Lo chiamano "mahr" e può arrivare a decine di migliaia di dollari. È il "prezzo della sposa", quello che paga la famiglia dello sposo alla famiglia della ragazza che porta in dote gioielli e beni per la nuova casa. In Afghanistan, dove i matrimoni combinati sono una triste consuetudine, è pratica molto diffusa. A più di dieci anni dalla caduta del regime dei Talebani, i religiosi sciiti dell'Helmand (turbolenta provincia dell'Afghanistan meridionale) si sono pronunciati contro il tradizionale "prezzo della sposa", hanno conquistato il consenso di alcuni leader religiosi sunniti della zona e suscitato le ire di molte donne sciite.Se un matrimonio non è suggellato dal pagamento del "prezzo della sposa", sostengono queste ultime, le donne perdono il rispetto della famiglia dello sposo e della società. Nella comunità sciita dell'Helmand, circa 40mila persone, il "prezzo della sposa" varia dai 2mila ai 30mila dollari. Somme spesso insostenibili per le famiglie. E i giovani, per evitare di rimanere soli, sono disposti a lasciare l'Afghanistan e di sovente attraversano la frontiera con il vicino Iran, dove sperano di fare fortuna tra infiniti rischi, non ultimo quello dell'arresto.Altre famiglie si indebitano. Due anni fa i Talebani, sunniti, nel tentativo di conquistare il consenso popolare avevano imposto limiti al "prezzo della sposa" nel distretto di Tagab, nella provincia di Kapisa."Il prezzo della sposa protegge le ragazze dalle accuse" di immoralità, dai sospetti sulla loro verginità, ha spiegato all'Iwpr Shokria, studentessa di Lashkar Gah, capoluogo dell'Helmand. È contro queste idee, ben radicate nella società afghana, che sembrano voler combattere i religiosi sciiti dell'Helmand."Se pensano che il valore di una donna sia nel denaro, sbagliano - ha commentato Qasem Ali Jafari, alla guida del consiglio degli ulema della provincia - Il valore di un marito e di una moglie è nell'amore e nella fiducia". Non solo, ma secondo Jafari la pratica del "prezzo della sposa" va contro i dettami dellareligione.D'accordo con lui alcuni religiosi sunniti dell'Helmand. Primo tra tutti Maulavi Abdorrahim. "Queste ragazze, che credono che il 'prezzo della sposà le renda migliori, sanno che molti ragazzi sono costretti a uccidere, a rubare, a traffici illeciti per pagarlo? - ha commentato - Hanno pensato a cosa sarà la loro vita se i loro maritisi indebiteranno?". Jafari, ottimista, è convinto che il nuovo divieto conquisterà presto consensi tra la popolazione. Per valutare la risposta della società, ha assicurato, il consiglio degli ulema si riunirà ogni sei mesi. "Siamo arrivati a questa decisione - ha detto - perché il costo della vita è aumentato. La gente sta spendendo molti soldi, sta diventando una gara e in alcuni matrimoni si arriva a migliaia di invitati".Eppure non manca chi teme che la nuova decisione contribuirà solo a peggiorare la situazione, anche quella dei diritti delle donne. Shakila mette in guardia dal rischio che gli uomini diventino più propensi a sposare più di una donna. "Proibendo il pagamento del prezzo della sposa, gli uomini inizieranno a sposare più di unadonna - ha detto - E se un uomo avrà due o tre mogli ci saranno problemi nelle famiglie".
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