venerdì 20 febbraio 2015
Il processo di riconciliazione afghano potrebbe cominciare il prossimo mese con colloqui fra rappresentanti dei talebani e del governo del presidente Ashraf Ghani. Lo hanno affermato alla tv Dawn News autorevoli fonti governative ad Islamabad.
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Il processo di riconciliazione afghano potrebbe cominciare il prossimo mese con colloqui fra rappresentanti dei talebani e del governo del presidente Ashraf Ghani. Lo hanno affermato alla tv Dawn News autorevoli fonti governative ad Islamabad. Sulla scia di notizie degli ultimi giorni, poi smentite dagli interessati, di possibili contatti fra gli insorti e Stati Uniti a Doha, capitale del Qatar, le fonti hanno confermato che l'ufficio politico dei talebani nell'Emirato è stato rilanciato e che esistono già, con i buoni uffici del Pakistan, "precontatti" fra questi ed emissari del governo di Kabul. "I colloqui veri e propri - hanno poi sottolineato - sono previsti per marzo 2015". Per il momento l'uomo chiave dei seguaci del Mullah Omar è Qari Din Mohammad, che settimane fa si è recato a Pechino su invito delle autorità cinesi interessate a una stabilizzazione dell'Afghanistan, e che questa settimana ha incontrato anche un emissario di Washington. Intanto nella capitale americana, il segretario di Stato John Kerry ha lodato in una conferenza stampa gli sforzi del Pakistan per portare pace e stabilità nella regione, al termine di un incontro con il ministro dell'Interno pachistano, Chaudhry Nisar Ali Khan. In aumento nel 2014 i civili morti nel conflitto I civili morti nel conflitto afghano nel 2014 sono cresciuti del 25%, mentre i feriti a loro volta hanno visto un incremento del 21%. Lo ha reso noto oggi a Kabul la Missione delle Nazioni Unite di assistenza all'Afghanistan (Unama). Presentando alla stampa il suo rapporto annuale, l'Unama ha precisato che in totale le vittime civili (morti e feriti) documentate sono state 10.548, il numero più alto dal 2009, in aumento del 22% rispetto all'anno precedente. Nel documento, intitolato "Rapporto annuale 2014 sulla protezione dei civili nel conflitto armato", si specifica che lo scorso anno i morti sono stati 3.699 ed i feriti 6.849. Dal 2009, si dice ancora, lo scontro fra le forze di sicurezza nazionali e internazionali e gli insorti ha causato 47.745 vittime civili (17.774 morti e 29.971 feriti). Inoltre, per la prima volta lo scorso anno rispetto al 2009, il numero di morti e feriti causato dagli scontri territoriali è stato maggiore di quello dovuto allo scoppio di rudimentali ordigni (ied). Con un forte incremento anche di decessi di donne e bambini. Stigmatizzando questo aggravamento della situazione, il rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu in Afghanistan, Nicholas Haysom, ha sottolineato che "esso dimostra il poco rispetto delle parti in conflitto per gli impegni presi di protezione della popolazione civile afghana". Dal rapporto dell'Unama, peraltro, emerge che gli "elementi anti-governativi" restano responsabili della maggior parte delle vittime civili (72%), mentre la restante parte è addebitata alle forze filo-governative (14%), a impossibilità di determinare le responsabilità (10%) o ad altre cause (4%).
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