venerdì 15 ottobre 2021
Anche 90 feriti nell'esplosione durante la preghiera settimanale. La condanna dell'Onu
I taleban bloccano il traffico a Kandahar dopo l'attentato

I taleban bloccano il traffico a Kandahar dopo l'attentato - Ansa

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Kandahar dopo Kunduz. Nella città nel sud dell'Afghanistan, che è stata la culla del movimento dei taleban di nuovo padroni del Paese dallo scorso agosto, la moschea Bibi Fatima (o Imam Bargah), frequentata dalla comunità sciita, è stata teatro di
almeno un'esplosione (altre fonti parlano di due o tre) che durante la preghiera del venerdì ha fatto 62 morti e più di 90 feriti. L'attacco è stato portato da più kamikaze, addirittura 4 secondo un testimone oculare: due di loro hanno fatto esplodere le bombe davanti al cancello, permettendo ad altri due di correre all'interno e colpire i fedeli.

Una quindicina di ambulanze sono arrivate sul posto, mentre le forze di sicurezza taleban sono state dispiegate intorno all'area. "Siamo rattristati nell'apprendere che è avvenuta un'esplosione in una moschea della confraternita sciita nella città di Kandahar, in cui sono stati uccisi e feriti alcuni nostri connazionali", ha twittato il portavoce talebano del ministero dell'Interno, Qari Sayed Khosti.

Le tragiche notizie da Kandahar giungono dopo che venerdì scorso era finita nel mirino una moschea frequentata dagli sciiti a Kunduz, nel nord del Paese, con un bilancio che secondo la stessa Bbc parla di almeno 50 morti anche se altri fonti hanno riferito bollettini ben più gravi. Quella strage è stata rivendicata dal ramo locale dell'Isis (Isis-K).

La condanna dell'Onu

In un tweet pubblicato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) si legge: "Le Nazioni Unite condannano le ultime atrocità contro un'istituzione religiosa e i fedeli. I responsabili devono risponderne".

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