sabato 16 aprile 2011
I talebani hanno assestato un altro colpo attivando un attentatore che, in divisa, si è fatto esplodere davanti alla base gestita a Gambari (provincia di Kaghman) dall'esercito afghano e dalla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato). Sul terreno sono rimasti i cadaveri di quattro militari afghani e cinque dell'Isaf, oltre ad altri otto che hanno riportato ferite.
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L'Afghanistan ha vissuto oggi la sua ennesima giornata di sangue per l'attacco di un kamikaze a una base militare nell'est che ha provocato la morte di nove militari (cinque della Nato), ma ha tuttavia messo a segno un successo politico per l'annuncio a Kabul, durante la visita del premier pakistano Yousuf Raza Gilani, della costituzione di una Commissione di pace e riconciliazione integrata dai vertici politici, militari e dell'intelligence dei due Paesi.Con una opinione pubblica ancora sotto shock per l'uccisione ore prima del generale Khan Mohammad Mojahid, comandante della polizia di Kandahar City, i talebani hanno assestato un altro colpo attivando un attentatore che, in divisa militare, si è fatto esplodere davanti alla base gestita a Gambari (provincia di Kaghman) dall'esercito afghano e dalla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato).Lo scoppio, hanno riferito fonti militari e civili, «è stato devastante e improvviso». Sul terreno sono rimasti i cadaveri di quattro soldati afghani e cinque dell'Isaf, oltre ad altri otto militari che hanno riportato ferite. La rivendicazione è venuta dal portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid che ha attribuito il merito dell'attacco al «mujaheddin Abdul Ghani» che «da un mese si era arruolato nelle file dell'esercito afghano».Questo particolare, unito ad uno simile riguardante il kamikaze entrato in azione a Kandahar (anche lui in divisa), sta suscitando preoccupazione nei vertici militari che si chiedono quanti talebani siano riusciti a infiltrarsi nelle forze di sicurezza, pronti ad agire su ordine del Mullah Omar. Secondo gli analisti, inoltre, il ripetersi di operazioni terroristiche - con giovani suicidi e rudimentali ordigni (ied) - in diverse zone costituisce una «offensiva di primavera» talebana.   L'emergenza è grande anche perchè il 2011 è l'anno in cui dovrebbe cominciare, a luglio, il ripiegamento delle forze militari di Isaf e Nato, e che in un clima come quello attuale, potrebbe essere sbandierato dagli insorti come una vittoria. È anche per questo che giovedì a Berlino durante il Vertice della Nato il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha proposto di «non affrettare i tempi del ritiro» dall'Afghanistan.
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