giovedì 28 aprile 2016
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Con la morte di Harry Wu durante un viaggio in Honduras, la Cina perde un campione storico della difesa di diritti e dignità dei cittadini e il regime un testimone tra i più qualificati della sua storia repressiva. A comunicare la morte del 79enne Wu è stata Ann Noonan, l’amministratrice della Laogai Research Foundation da lui voluta. Condannato per propaganda controrivoluzionaria e critiche al sistema dell’alleato sovietico della Cina maoista, l’allora 23enne studente universitario venne rinchiuso per 19 anni in uno dei campi di riforma attraverso il lavoro (laogai), un eufemismo per i lavori forzati. Un’esperienza che segnò a tal punto il giovane nato in una famiglia benestante cattolica di Shanghai, a dedicare la sua esistenza – una volta rilasciato nel 1979 – alla fine di queste strutture, pagando con la persecuzione e l’esilio. Dopo la decisione di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1985 con un’offerta di insegnamento universitario, Wu venne arrestato nuovamente in Cina nel 1995 con l’accusa di spionaggio e condannato a 15 anni di carcere, che non scontò in cambio della deportazione negli Usa, dove nel 1992 – abbandonata l’attività accademica – aveva fondato la Laogai Research Foundation, iniziativa di studio e sensibilizzazione. Attraverso la divulgazione dell’esperienza diretta di Wu, il mondo “scoprì” l’orrore dei laogai: non solo centri di detenzione in condizioni assai dure, ma centrali di collocamento di manodopera gratuita sfruttata dagli imprenditori, per opere pubbliche, per gli interessi economici dell’apparato militare; infine – era stato denunciato – “vivaio” di organi da espiantare per un mercato vasto e lucroso a beneficio interno e internazionale. Nel dicembre 2013, sottoposto alle forti pressioni internazionali, il governo cinese decise di chiudere formalmente i laogai e i laojiao («rieducazione attraverso il lavoro», nella sostanza una forma attenuata dei primi), pur continuando a condannare e detenere i critici del sistema. Secondo la Laogai Research Foundation al tempo della loro abolizione formale vi erano almeno 1.045 laogai, con quattro milioni di detenuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Harry Wu, 79 anni
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