sabato 1 febbraio 2020
Sospesi tutti gli accordi. Il 28 gennaio a Washington era stato presentato il piano dal presidente americano e dal premier israeliano Netanyahu. Anche la Lega Araba dice no
Il presidente dell' Anp, Abu Mazen

Il presidente dell' Anp, Abu Mazen - Ansa

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Il piano del presidente americano, Donald Trump, ha già subito due importanti battute d'arresto, quattro giorni dopo la sua presentazione: la Lega Araba lo ha respinto e il presidente palestinese, Abu Mazen, ha deciso di tagliare tutti i rapporti con Stati Uniti e Israele.
Il "piano del secolo" - iIl documento era stato presentato a Washington il 28 gennaio -, tanto elogiato dalla Casa Bianca, per la Lega araba, riunita oggi al Cairo con i ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi, è "ingiusto perché non rispetta i diritti e le aspirazioni fondamentali del popolo palestinese". Nonostante le timide aperture di alcuni Paesi arabi, nei giorni scorsi, dal vertice è emerso l'impegno di "non collaborare con l'amministrazione americana per l'attuazione di questo piano".
I diplomatici arabi hanno insistito sulla necessità di una soluzione a due Stati, compresa la formazione di uno Stato palestinese ai confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale.
Nel suo piano, Washington ritiene che Gerusalemme sia la capitale "indivisibile" dello Stato ebraico e propone di creare una capitale di un possibile Stato palestinese ad Abu Dis, un sobborgo di Gerusalemme. Presente alla riunione straordinaria della Lega araba, il presidente Abu Mazen ha dichiarato di non voler esser ricordato come colui "che ha venduto Gerusalemme". "Perché - ha spiegato - Gerusalemme non è mia ma di tutti". Ha quindi annunciato "la rottura di tutti i rapporti con Israele e con gli Stati Uniti Uniti". Abbas ha respinto categoricamente la proposta degli Usa: ha ricordato che il piano concede loro solo l'area di Abu Dis, un quartiere depresso di Gerusalemme Est, e non l'intera parte orientale della città, occupata nel 1967 e annessa nel 1980 da Israele. Non solo. Ha evidenziato che i territori di un futuro Stato palestinese, come previsto dal piano di Trump, rappresentano solo il 22% della "storica Palestina". E ha rivelato ai ministri degli Esteri presenti di non aver voluto neppure ricevere una copia del piano di pace nè rispondere alla telefonata di Trump.
"Combatteremo per evitare che il piano diventi una formula legittima adottata dalla comunità internazionale", ha insistito il leader palestinese, aggiungendo tra l'altro di "aver incontrato Trump quattro volte" e che questi incontri non hanno prodotto "alcun progresso". Da qui, la decisione di rivolgersi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per spiegare il suo rifiuto del cosiddetto 'Accordo del Secolò. Abu Mazen ha anche reso noto che il re saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud, gli ha assicurato che "l'Arabia Saudita sta sempre con i palestinesi" (la posizione dell'Arabia Saudita, ferma alleata di Washington, è nodale per gli equilibri regionali). Prima della riunione della Lega Araba, Abu Mazen aveva incontrato il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. Dall'Egitto era arrivata un'inaspettata apertura all'iniziativa americana, all'indomani della presentazione del piano.

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