mercoledì 6 novembre 2013
Inquinamento a livelli di allerta. L’esperto Xie: «Il nostro è un modello obsoleto»
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Morire di smog a 8 anni. È successo in Cina a una bimba dello Jiangsu, che si è ammalata di cancro ai polmoni dopo avere trascorso tutta la sua breve vita vicino a una strada trafficata, dove ha respirato ogni tipo di polveri e particelle inquinanti. La piccola, riferiscono i media cinesi, è la persona più giovane mai colpita finora nel Paese da un tumore polmonare. E secondo i medici dello Jiangsu Cancer Hospital, a ucciderla è stato proprio lo smog. In particolare il Pm 2,5 in grado di penetrare in profondità nelle vie respiratorie.L’emergenza smog è una costante in Cina. Solo a Pechino – riporta il South China Morning Post – le morti per tumore ai polmoni sono aumentate del 56% dal 2001 al 2010, e un quinto di tutti i pazienti oncologici è colpito da un carcinoma polmonare. Nella capitale cinese, nel 2010 questa neoplasia è diventata la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne.L’allarme smog è stato rilanciato ieri anche da Xie Zhenua, il principale negoziatore cinese sul clima e vicepresidente della potente Commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo, in previsione della conferenza Onu sul clima che si terrà a Varsavia dall’11 al 22 novembre. La Cina, infatti, è il primo emettitore di carbonio del mondo e gli alti tassi d’inquinamento sono da attribuirsi maggiormente all’uso di combustibili fossili. Inoltre, le condizioni di smog sono «ormai diventate la norma che ha gravemente colpito la salute mentale e fisica del popolo cinese», ha commentato Zhenua. Per Xie i problemi dell’aria in Cina sono dovuti al «modello di sviluppo obsoleto» del Paese, alla sua «irragionevole struttura industriale e di energia» insieme allo scarico di sostanze inquinanti da parte di alcune grandi aziende. L’inquinamento è diventato fonte d’indignazione pubblica in Cina e le autorità hanno così pianificato un progetto per ridurre il livello delle particelle inquinanti a Pechino e in altre città del 25% entro il 2017. Un obiettivo che si potrebbe raggiungere rallentando la crescita del consumo di carbone, per far sì che la quota di queste fonti inquinanti possa scendere del 65% nei prossimi quattro anni.
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