lunedì 16 maggio 2011
Il presidente della Repubblica lo annuncia mentre si trova a Betlemme. «Un altro regalo che ci fa l'Italia» il ringraziamento del capo dell'Anp. Nella giornata che per i palestinesi commemora la Naqba si sono infiammati ieri i confini di Israele col Libano, con la striscia di Gaza e, per la prima volta dal 1974, con la Siria.
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato la decisione del governo italiano di elevare il rango del rappresentante diplomatico dell'Autorità nazionale palestinese in Italia riconoscendogli il titolo di ambasciatore. L'annuncio a Betlemme dopo un colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen che ha commentato: "è un altro regalo che ci fa l'Italia"."Vogliamo che l'Italia sia sempre più un ponte tra l'Europa e il mondo arabo", ha spiegato il capo dello Stato, che oggi ha visitato i territori palestinesi dopo essersi incontrato ieri con i vertici dello Stato di Israele, "siamo sempre fortemente impegnati per la costruzione della pace tra Israele e il popolo palestinese che porti alla creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto ad Israele" secondo la formula 'due popoli due Stati'". Una formula, ha aggiunto, che è stata "riconosciuta dal governo israeliano", ed ora si tratta di "farne discenderne una serie di accordi che portino a questa realizzazione". "Ci auguriamo che i prossimi mesi siano fecondi per il rilancio della prospettiva negoziale", ha aggiunto il capo dello Stato, perché "ancora prima di settembre, conta di riaccendere a maggio, a giugno e in estate il clima di dialogo"."Neppure in Italia la democrazia può considerarsi compiuta e vitale una volta per tutte, ma richiede attente cure, verifiche critiche, riforme se necessario, e comunque nuovi sviluppi. Il mio dovere è di adoperarmi perchè si esprima uno sforzo condiviso per il consolidamento delle istituzioni democratiche". Lo ha detto il presidente Giorgio Napolitano all'Università di Tel Aviv, nel corso della cerimonia nella quale ha ricevuto il prestigioso premio israeliano Dan David, assegnatogli con la motivazione di aver combattuto coerentemente per tutta vita per l'affermazione dei valori democratici.Il capo dello Stato, nella cerimonia alla quale era presente anche Shimon Peres, presidente di Israele, ha tenuto a precisare: "È per me di grande significato che sia una istituzione israeliana a riconoscere e premiare il mio impegno. Mi compete di certo la responsabilità di operare come presidente della Repubblica per il consolidamento della democrazia in Italia, rinata grazie alla lotta contro il fascismo e alla Resistenza".Il presidente Napolitano aveva avuto in precedenza un lungo colloquio con il suo omologo Peres, anche lui collocato idealmente e politicamente, come il capo dello Stato italiano, nell'alveo della storia del socialismo e del laburismo europei. Entrambi si sono trovati d'accordo sulla necessità di far ripartire al più presto il negoziato di pace tra israeliani e palestinesi. Napolitano ha voluto ricordare a questo proposito: "Siamo due presidenti senza poteri esecutivi, ma facciamo quello che possiamo per cercare di risolvere i problemi al meglio".La visita ufficiale del capo dello Stato in Israele si concluderà oggi. Il programma prevede l'importante incontro a Betlemme con Abu Mazen, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese. Anche in questa occasione, Napolitano ribadirà l'opzione della ripresa del dialogo di pace per il riconoscimento reciproco di due Stati e di due popoli. Mentre si svolgeva la visita di Napolitano, una serie crescente di incidenti sono scoppiati a Gerusalemme e ai confini di Israele col Libano, con la striscia di Gaza e, per la prima volta dal 1974, con la Siria, nelle Alture del Golan dove alcune migliaia di palestinesi sono riusciti a sfondare il reticolato di frontiera e a entrare nel territorio controllato da Israele. Il bilancio è di una ventina di morti e di molti feriti.GLI SCONTRI Violenti scontri stanno segnando la giornata della "Naqba" in cui i palestinesi ricordano l'anniversario del 'disastro' dell'esodo di centinaia di migliaia di connazionali in coincidenza con la costituzione dello Stato di Israele, 63 anni fa. Incidenti si sono verificati a Gerusalemme e in Cisgiordania, ma la tensione si sta alzando sopratutto ai confini di Israele con la Siria - che tornano a infiammarsi per la prima volta dopo circa 30 anni - con il Libano e con il valico di Erez con la Striscia di Gaza.Sono almeno dieci i manifestanti palestinesi uccisi oggi dopo che i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro i dimostranti vicino al confine tra Libano e Israele per disperdere la manifestazione in atto per commemorare la Naqba. Lo hanno riferito fonti della sicurezza libanese, aggiungendo che oltre 100 persone sono state ferite."Nessuno si sbagli: siamo decisi a difendere i nostri confini e la nostra sovranità". Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu a proposito degli odierni violenti e sanguinosi eventi sui confini con il Libano, con la Siria nel Golan e ai valichi della Striscia di Gaza. Il premier israeliano ha detto che l'obiettivo delle manifestazioni, così come è stata enunciato dagli stessi organizzatori "non è di lottare per un ritorno ai confini del 1967 (antecedenti l'occupazione israeliana in Cisgiordania, ndr) ma di mettere in discussione l'esistenza stessa di Israele che essi definiscono una catastrofe che deve finire". "E' importante - ha concluso Netanyahu - guardare la realtà a occhi aperti e sapere con chi abbiamo a che fare".Facendo riferimento agli incidenti avvenuti ai confini di Israle con il Libano e con la Siria, il portavoce militare israeliano, Yaakov Poli Mordechai, ha affermato in una intervista televisiva: ''Noi vediamo le impronte digitali di una provocazione iraniana'', senza ulteriori precisazioni. Per Israele e' di un morto e di decine di feriti il bilancio provvisorio degli incidenti sulle alture del Golan. Lo ha detto il portavoce militare di Israele Yaakov Poli Mordechai. Fra i feriti ci sono anche militari. Mordechai ha aggiunto che un bilancio piu' preciso sara' fatto quando le operazioni sul terreno saranno terminate e quando decine di infiltrati dalla Siria saranno stati radunati a Majdel Shams, per essere poi espulsi dal Golan controllato da Israele. Riferendosi agli incidenti avvenuti a Marun el-Ras (Libano meridionale) Mordechai ha detto che l'esercito libanese ha cercato di impedire a centinaia di dimostranti di avvicinarsi ai reticolati israeliani. Quando però si è capito che questi sforzi erano vani, l'esercito israeliano ha aperto il fuoco. Mordechai ha precisato di aver appreso da fonti stampa che il bilancio dei morti a Marun el-Ras e' compreso fra quattro e otto. Riferendosi agli incidenti avvenuti ai confini di Libano e Siria Mordechai ha affermato in una intervista televisiva: ''Vediamo le impronte digitali di una provocazione iraniana'', ma non ha precisato oltre questo pensiero.
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