sabato 27 febbraio 2021
«Gravi preoccupazioni» dei vescovi statunitensi per il «sì» della Camera, a maggioranza democratica, alla legge sull'uguaglianza
I vescovi americani hanno scritto ai rappresentanti del Congresso di Washington

I vescovi americani hanno scritto ai rappresentanti del Congresso di Washington - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

«Scriviamo per condividere il nostro sostegno alle leggi che proteggono la dignità e garantiscono il rispetto per le persone, così come le nostre gravi preoccupazioni per l’“Equality act”». Con queste parole, in una lettera, la Conferenza episcopale Usa ha espresso forti perplessità sul progetto di legge approvato giovedì alla Camera. Il cardinale Timothy Dolan e i vescovi Joseph Naumann, David Konderla, Michael Barber, e Paul Coakley – a capo, rispettivamente, delle commissioni per la Libertà religiosa, Pro-vita, Matrimonio, Educazione cattolica e Sviluppo umano, e firmatari della missiva indirizzata al Congresso – hanno ribadito il loro «sostegno alla protezione della dignità umana», «perché ogni persona è fatta a immagine di Dio e dovrebbe essere trattata di conseguenza, con rispetto e compassione». Il provvedimento, però, se approvato in Senato, andrebbe ad emendare il “Civil rights act” del 1964, al fine di proteggere dalla discriminazione quanti provano «attrazione per lo stesso sesso o per discordanza di identità di genere».
La norma, tuttavia, finisce per imporre «da parte del Congresso nuovi punti di vista divisivi riguardo al genere su individui e organizzazioni. Questo include il non riconoscimento delle differenze sessuali, rappresentando falsamente il “genere” solo come costrutto sociale».

«Non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa», prosegue la lettera, ricordando le parole di papa Francesco nella “Laudato si’”. I rilievi sono tutt’altro che astratti: l’“Equality act”provocherebbe discriminazioni concrete nei confronti delle persone di fede, punendo «gli enti religiosi che si occupano di beneficienza come le case di accoglienza» e migliaia di persone che ne usufruiscono «a causa delle convinzioni in materia di matrimonio e sessualità». Nella pratica sportiva, ad esempio, costringerebbe le ragazze a competere con ragazzi e uomini e a «condividere gli spogliatoi e le docce con maschi biologici che si identificano altrimenti». Il progetto normativo, inoltre, impone di sostenere le «transizioni di genere» e obbliga i «contribuenti a pagare gli aborti e agli operatori sanitari obiettori di coscienza di eseguirli, mettendo fine a più vite umane».

Il rischio, dunque, è che venga parzialmente abrogato il Religious freedom restoration act, a detrimento della libertà di fede garantita dalla Costituzione. Elementi questi su cui concorda anche una parte dei senatori repubblicani, contrari alla legge. Il presidente Joe Biden – nonostante la fede cattolica – ha chiesto al Congresso di approvare la misura.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: