mercoledì 17 febbraio 2021
Si moltiplicano i venditori attivi nel “Dark Web”. «Ad ogni connessione, si possono trovare 1.000 fornitori che pubblicizzano contraffazioni» di Pfizer o di Moderna. Offerte dall'Italia
Nel mondo dei vaccini contraffatti la “pozione magica” viaggia in Internet
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Quand’erano introvabili, era già toccato a mascherine e kit per tamponi contraffatti invadere il mercato nero o i canali di distribuzione paralleli, inseguendo una domanda che cresceva insieme alla curva dei contagi. Ora che contro il Covid-19 esiste più di un vaccino, nel mezzo di campagne per somministrarlo che non procedono con la rapidità che ci si sarebbe augurati, c’è chi non ha la pazienza di attendere il proprio turno e fa da sé, illegalmente, in rete. «Bye bye al Covid-19» diceva un annuncio per la vendita di dosi, scovato qualche settimana fa sul “Dark Web”, lo spazio celato della rete, accessibile solo con software specifici. In un altro annuncio si proponevano dosi così facili da acquistare che erano «solo a una chat WhatsApp o Telegram di distanza».
Che il numero di annunci sospetti esplodesse online alla notizia dell’approvazione dei diversi vaccini era un fenomeno già previsto. Ora la novità è un’altra: «Dalle nostre indagini è emersa un’accresciuta varietà di Paesi coinvolti: Usa, Germania, Francia, Regno Unito, Australia, Svezia, ma anche l’Italia, Paesi da cui i venditori attivi nel Dark Web spediscono i presunti vaccini, vantando potenziali scorte già disponibili in questi territori», spiega Oded Vanunu, responsabile della ricerca sulla vulnerabilità dei prodotti per l’azienda israeliana Check Point Software Technologies. Ci mostra online quattro annunci per l’acquisto di un vaccino con consegna in Italia, da presunte scorte già stoccate nel nostro Paese. Il costo è di 0,010273 bitcoin, 413 euro.
«Il Dark Web è principalmente un luogo di approvvigionamento, tutti i venditori con cui abbiamo preso contatto hanno dichiarato di possedere vaccini “legali”, ma non rivelano da dove li prendono», prosegue Vanunu. «L’offerta è consistente e in aumento. Ci sono in media (a ogni connessione) oltre 1.000 fornitori che pubblicizzano la loro offerta di dosi. Oggi le più comuni sono Pfizer o Moderna, mentre a dicembre venivano offerti vaccini cinesi e russi».
Per testare questo tipo di transazioni, Vanunu e colleghi hanno fatto un ordine: «Ci è stato offerto un vaccino cinese per 750 dollari. Abbiamo pagato in bitcoin ma non abbiamo ricevuto nulla, poi l’account del venditore è stato cancellato». Mentre le tracce di vaccini contraffatti smerciati in canali paralleli si moltiplicano, da diversi paesi giungono notizie di operazioni di polizia contro truffe anche di ampie dimensioni: 70mila dosi di una sostanza non identificata che assicurava l’immunità al Covid-19 «dopo tre dosi» che sarebbero state somministrate in una clinica di Quito, Equador. In Cina si è registrata una raffica di arresti, l’ultimo dei quali ieri per un affare che avrebbe fruttato 18 milioni di yuan (2,3 milioni di euro) per la vendita di 58.000 dosi confezionate con soluzione salina o acqua minerale e spedite anche all’estero. Nelle ultime ore, dai servizi d’Intelligence sudcoreani è arrivata la notizia che hacker della Corea del Nord avrebbero cercato di penetrare il sistema informatico di Pfizer. Intanto in Brasile il Governo ha lanciato una campagna per combattere la vendita di dosi contraffatte, insieme al Segretariato dei consumatori (Senacon) che ha analizzato più di 2.000 pagine Web sospettate di offrire vaccini pirata o di tendere trappole approfittando della pandemia.
Intermediari che propongono affari poco chiari non si fanno avanti, però, solo con soggetti privati facoltosi. Il mercato parallelo sta cercando di intercettare anche i bisogni di interi paesi, in affanno con gli approvvigionamenti ufficiali. Tre giorni fa l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha messo in guardia i governi dell’Unione: «Riceviamo segnalazioni di truffatori che si offrono di vendere vaccini ai governi di tutta l’Ue (…) imbrogli organizzati per frodare le autorità nazionali che cercano di accelerare il ritmo delle campagne di vaccinazione», ha dichiarato il direttore generale di Olaf, Ville Itälä. Le proposte avvengono con modalità diverse: dall’offerta di «grandi quantità di dosi, per poi consegnare solo un campione, intascare il primo pagamento anticipato e scomparire», al rischio di vedersi recapitare «lotti di vaccini falsi».
Gravi e per certi aspetti drammatiche sarebbero le conseguenze: già a dicembre l’Europol parlava di una «significativa minaccia per la salute pubblica» di fronte all’ipotesi di vaccini «inefficaci nel migliore dei casi o tossici nel peggiore», di dosi «al di fuori della catena del freddo», con il rischio che «emergano nuovi focolai nelle comunità che si presume siano vaccinate». Più che probabile è poi che la criminalità organizzata ci metta le mani sopra o provi a intercettare i vaccini autentici, ormai «beni di grande valore con le loro catene di stoccaggio, trasporto e consegna a rischio di essere presi di mira».
C’è, infine, un effetto culturale a lungo termine: vaccini falsi, dunque non efficaci, contribuirebbero a far perdere la fiducia dei cittadini nelle campagne di vaccinazione e nella sanità pubblica, alimentando uno scetticismo anti-vax già fin troppo radicato.
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