sabato 5 novembre 2016
La Casa Bianca «vigile» per la situazione in Texas, Virginia e New York: la presenza di agenti ai seggi sarà massiccia. Prosegue l'indagine Fbi sulle mail di Clinton
Usa, sul voto è allarme attentati. E Hillary scende nei sondaggi
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Oltre alle incertezze sul risultato delle presidenziali e ai timori di reazioni violente dell’estrema destra o sinistra, gli ultimi giorni prima dell’election day americano si popolano anche della paura di un attacco terroristico. L’intelligence Usa ha lanciato un’allerta attentati per lunedì, giorno prima del voto. Sarebbe al-Qaeda ad aver pianificato attacchi in tre Stati americani: New York, Texas e Virginia.

Le anticipazioni della stampa sono state confermate ieri dalla Port Authority, l’autorità portuale che gestisce gli aeroporti, i tunnel, i ponti e alcuni servizi ferroviari a New York e nella parte settentrionale del New Jersey, che ha riferito di essere venuta a conoscenza di una potenziale minaccia terroristica «nei giorni intorno la giornata elettorale».

La Casa Bianca si è detta «vigile », precisando che la squadra per la sicurezza nazionale «sta prendendo le misure necessarie» ed è «consapevole del tipo di rischi che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare in eventi particolari ». Anche le forze dell’ordine locali hanno preso sul serio l’invito alla vigilanza da parte delle agenzie d’intelligence, anche se la precauzione è già ai massimi livelli in molte città americane.

Fra queste New York, dove domani si tiene la tradizionale maratona alla quale partecipano oltre 50mila persone provenienti da tutto il mondo. Il governo americano teme anche un massiccio attacco hacker da parte «soprattutto della Russia» (come riportano alcuni media americani), con l’obiettivo di creare caos nel giorno delle elezioni. Sarà massiccia anche la presenza di agenti ai seggi elettorali, poiché le polizie locali sono allertate sul fatto che le urne possano essere un obiettivo invitante per lupi solitari e persone motivate da forme di estremismo violento.

L’allarme terrorismo è un’altra ragione per la quale gli americani non vedono l’ora che questa campagna finisca. Dopo 18 mesi di scontri, insulti, scandali e polemiche, infatti, la stragrande maggioranza degli elettori Usa si dice «disgustata» dalla politica. Secondo un sondaggio di NewYork Times e Cbs News, oltre otto intervistati su dieci sono più nauseati che entusiasmati dalla corsa alla Casa Bianca. Una situazione insolita alla vigilia della scelta del nuovo presidente statunitense, che rivela anche la convinzione della maggioranza degli elettori che né Hillary Clinton né Donald Trump potranno unificare il Paese.

Sul fronte delle previsioni sull’esito del voto intanto le probabilità di vittoria continuano ad essere più forti per l’ex first lady, anche se la tendenza al ribasso della candidata democratica, cominciata la scorsa settimana, continua. Secondo un’analisi della Cnn, Clinton non può più contare su una serie di Stati «in bilico» che le permetterebbero di superare la soglia magica dei 270 grandi elettori (su 538), necessari per essere eletti alla Casa Bianca.

Il New Hampshire, infatti, è stato spostato dalla lista degli Stati sicuri per la candidata democratica a quella degli Stati in bilico, togliendo quattro voti a Clinton, scesa così a 268. Trump, invece, è accreditato di 204 voti. Le elezioni restano incerte anche in Arizona, Florida, Nevada, North Carolina e nel secondo distretto del Nebraska. Anche per il sito di previsioni elettorali Five Thirty Eight il New Hampshire potrebbe rivelarsi fondamentale per questa corsa alla Casa Bianca.


Chi sono i grandi elettori

I grandi elettori sono coloro che formalmente eleggeranno il 19 dicembre il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Ogni Stato in base alla sua popolazione assegna un pacchetto di grandi elettori: si va dai 55 della California, con 38,8 milioni di residenti, ai tre della disabitata Alaska. Nello sprint finale prima del voto, l’ex segretario di Stato resta vulnerabile a potenziali sviluppi dell’indagine Fbi sulle email transitate su un server di posta elettronica privato quando era segretario di Stato.

L'inchiesta sulle email

Ieri si è appreso che il bureau of investigation, che ancora non ha fornito dettagli sul materiale trovato nel computer di Anthony Weiner, ex marito di Huma Abedin, braccio destro della candidata democratica, ha accertato che si tratta di nuovo materiale e non copie di mail già note.

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