mercoledì 27 febbraio 2019
Ora la legge per la costruzione del Muro col Messico passa all'esame del Senato, in mano ai repubblicani. Trump ha già annunciato il veto
La sede del Congresso Usa a Washington (Ansa)

La sede del Congresso Usa a Washington (Ansa)

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Le accuse non sono ancora arrivate, ma già la Casa Bianca si difende. Ieri, primo giorno di testimonianza in Congresso di Michael Cohen, l’ex avvocato personale di Donald Trump, la portavoce del presidente Usa ha definito l’ex legale uno «sciagurato criminale» che sta per andare in prigione per aver mentito al Congresso ed altre false dichiarazioni. L’apparizione di Cohen in Congresso sarà in effetti il suo ultimo atto pubblico prima di entrare (il 6 maggio) nella prigione dove sconterà i tre anni a cui è stato condannato per uso illecito di fondi elettorali.

Si tratta di ben tre giorni di testimonianze, il cui capitolo più atteso – perché l’unico a porte aperte – è in calendario oggi davanti alla commissione Vigilanza della Camera. Proprio mentre Trump ad Hanoi incontrerà il leader nordcoreano Kim Jong Un, a Washington il suo ex fedelissimo racconterà, stando ad indiscrezioni, gli affari più sporchi della sua famiglia, le presunte frodi fiscali, i 130mila dollari pagati a Stormy Daniels, un’attrice di film pornografici, perché non rivelasse la presunta relazione con il presidente subito dopo la nascita del figlio avuto con la moglie Melania, Barron. Il tutto in diretta tv.

Una fonte ha anticipato che Cohen è pronto a denunciare «la condotta criminale» del suo capo, proseguita secondo lui anche nel primo anno di presidenza, che comprenderebbe dati di intralcio alla giustizia, dichiarazioni false sul suo stato di salute e nuovi retroscena legati al progetto di costruire una Trump Tower a Mosca messo in piedi nel febbraio 2016, all’indomani della nomina a candidato per la Casa Bianca.

La Camera boccia Trump sul Muro col Messico

Non sono gli unici guai in arrivo da Capitol Hill per Trump. Ieri i democratici hanno fatto approvare alla Camera una legge che impedisce al presidente Usa di spendere miliardi di dollari per il suo muro al confine con il Messico. La misura revoca l’ordine esecutivo con il quale Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale alla frontiera meridionale in modo da sottrarre miliardi di dollari all’esercito e ad altre agenzie per finanziare il muro. La misura è stata approvata con 245 voti favorevoli, 182 contrari e ora passa al Senato, in mano al Gop, dove la prospettiva è incerta.

Almeno una senatrice e un senatore repubblicani, Susan Collins del Maine e Thom Tillis della North Carolina, hanno dichiarato che appoggeranno la risoluzione. Sarebbero necessari quattro repubblicani per far passare la misura, mentre sembra improbabile che si possa arrivare alla maggioranza di due terzi necessaria per superare l'annunciato veto di Trump.

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