venerdì 25 ottobre 2019
Bruxelles ha deciso di dare al Regno Unito più tempo, ma sceglierà la prossima settimana il giorno preciso della dipartita
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Il Regno Unito ha ottenuto più tempo dalla Ue, per completare la Brexit, anche se Bruxelles farà sapere soltanto la prossima settimana la data precisa entro la quale deve avvenire l'uscita della Gran Bretagna.

Per la prima volta, intanto, il governo britannico, nella persona del Cancelliere dello Scacchiere Sajid Javid, ministro delle finanze del tesoro, ha ammesso che bisognerà andare oltre il 31 ottobre prima di lasciare la Ue. Insomma quel mantra tanto ripetuto dal premier Boris Johnson, "Dobbiamo completare la Brexit entro il 31 ottobre" non sarà mai realtà.

Dopo il weekend, lunedi, il parlamento dovrà votare sulla proposta del premier Boris Johnson di indire elezioni generali il prossimo 12 dicembre. Tuttavia, per procedere, il governo ha bisogno dei due terzi dei voti dei deputati e, quindi, dell'appoggio del partito laburista che ha già dichiarato che voterà contro. Il Labour ha detto, infatti, che appoggerà la richiesta di un sondaggio, soltanto una volta che venga scongiurato il rischio del "no deal", l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue senza accordo.

“Se i deputati vogliono più tempo per esaminare il pacchetto legislativo che implementa la Brexit possono averlo ma devono acconsentire a elezioni generali il 12 dicembre”, ha dichiarato il premier che ha anche sfidato il suo avversario Jeremy Corbyn a "man up", "essere un uomo vero" e accettare la sfida delle urne.

Se la scommessa di Johnson funzionerà – anche se per il momento non si vede come – il parlamento avrà tempo fino al 6 novembre, data nella quale verrà sciolto, per discutere ancora la legislazione del “Withdrawal agreement”, l’accordo di uscita dalla Ue che BoJo ha negoziato con Bruxelles.

Intanto, con una vittoria inattesa per il premier, I deputati britannici hanno approvato il programma di governo di Boris Johnson con 310 voti a favore e 294 contrari. Si tratta del cosiddetto "Queen's speech", il "discorso della sovrana", con la quale la Regina Elisabetta annuncia la legislazione dell'anno successivo. La cerimonia, molto pomposa, con la monarca con corona e ermellino, si è svolta il 14 ottobre scorso. Tocca poi a Westminster approvare quell'agenda.

La campagna elettorale di BoJo, se ci sarà, sarà improntata allo slogan "Get Brexit done!", cioè all'impegno di portare a termine l'addio di Londra alla Ue e di permettere al Paese di "guardare avanti". "Sarebbe moralmente del tutto incredibile se Corbyn e ileader degli altri partiti d'opposizione - dagli indipendentisti scozzesi dell'Snp di Nicola Sturgeon ai liberaldemocratici di Jo Swinson, entrambi categoricamente anti Brexit e favorevoli a un secondo referendum - rigettassero sia di approvare l'accordo, sia di andare subito alle elezioni restituendo così la parola al popolo britannico", ha tuonato ancora Johnson.

Per rafforzare il suo messaggio il premier non ha mancato di pubblicare una lettera aperta a Jeremy Corbyn sul suo profilo Twitter in cui accusa Westmister d'aver "rifiutato di prendere una decisione" e di tenere "in ostaggio il Paese", mentre paventa conseguenze negative "per il business, il lavoro e la pubblica fiducia nellademocrazia" se "la paralisi continuasse fino al 2020".

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