martedì 31 gennaio 2017
Torna alta la tensione nel Donbass, la regione orientale sotto il controllo delle forze secessioniste filo-russe: si combatte nella zona industriale di Avdiivka. Minatori bloccati sotto terra
Miliziani filo russi a Lugansk, nella regione orientale ucraina autoproclamatasi indipendente (Ansa)

Miliziani filo russi a Lugansk, nella regione orientale ucraina autoproclamatasi indipendente (Ansa)

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Torna alle stelle la tensione nel Donbass, la regione ucraina orientale sotto il controllo delle forze secessioniste filo-russe. Si combatte nella zona industriale di Avdiivka, nel Donbass in guerra. Il quartier generale delle truppe ucraine annuncia che nella notte sono stati uccisi tre
soldati e altri 20 sono rimasti feriti. I separatisti dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk riportano la morte di quattro miliziani e il ferimento di altri sette «nelle ultime 24 ore».

Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha interrotto ieri sera la sua visita ufficiale a Berlino anticipando il ritorno in patria a causa dei «bombardamenti su Avdiivka» che «hanno portato a una situazione di emergenza che rasenta il disastro umanitario»: ha affermato il portavoce della presidenza ucraina, Sviatoslav Tsegolko. La ripresa del conflitto ha creato anche una situazione di rischio nell’industria mineraria, nella regione più produttiva dell’intera ucraina. Un bombardamento delle forze armate ucraine ha interrotto le forniture di energia elettrica alla miniera Zasiadko e 203 minatori sono al momento bloccati nelle gallerie della struttura: lo sostiene un portavoce del ministero della Difesa dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Il Cremlino condanna «l’offensiva di Kiev» e dice che questa sta mettendo a «serio rischio» gli accordi che avrebbero dovuto creare una situazione di dialogo tra il governo ucraino e i secessionisti. «Tali azioni aggressive delle forze armate ucraine - ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov - stanno minando la messa in atto degli accordi di Minsk. Inoltre - ha aggiunto Peskov - sembra che compiendo queste azioni aggressive» le autorità ucraine «stiano cercando di distogliere l'attenzione da una situazione interna molto precaria». Il portavoce del Cremlino - accusato di sostenere militarmente i separatisti del Donbass - ha poi affermato che «ieri non sono state unità militari ucraine ma alcuni battaglioni di volontari nazionalisti a cercare di attaccare il territorio controllato» dai ribelli filorussi, ma «con il sostegno dell'artiglieria delle forze armate ucraine». L'attacco «è stato respinto», ha concluso Peskov.

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