Un Ucraina non c'è tregua - Reuters

Due giorni fa la mano tesa agli Usa, ieri il tentativo di “rianimare” il fronte negoziale. La Cina prova a rompere il muro contro muro che sta consegnando l’Ucraina a un interrotto terrore e fa da apripista a un possibile dialogo. A parlare è stato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, dopo il colloquio telefonico di giovedì tra Wang Yi e Sergeij Lavrov, i capi delle diplomazie cinesi e russe. Il messaggio è che Mosca è pronta a trattate. La Russia, ha detto Wenbin, «si è detta disponibile a un dialogo con Ucraina e Stati Uniti», una scelta che la Cina «accoglie con favore».

Di fronte al silenzio delle cancellerie occidentali, il gigante asiatico - che non ha mai condannato l’invasione russa e ha offerto varie sponde politiche a Vladimir Putin -, spinge affinché le parti «intensifichino gli sforzi diplomatici per attenuare e risolvere» il conflitto «al più presto con negoziati e altri canali politici». Al centro del colloquio tra le diplomazie russe e cinese «anche il divieto» di utilizzo di «armi di distruzione di massa».

La Cina «ritiene che si dovrebbe evitare l’ulteriore escalation e prevenire i disastri umanitari». Un messaggio è stato confezionato anche per gli Usa. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, nell'incontro avuto ieri con l'ambasciatore Usa a Pechino, Nicholas Burns, ha osservato che gli Stati Uniti «dovrebbero smettere di cercare di trattare con la Cina dalla loro posizione di forza».

Che il fronte negoziale si stia in qualche modo muovendo lo conferma, indirettamente, anche la prossima visita del cancelliere tedesco Olaz Scholz in Cina, fissata per venerdì. Missione che in qualche modo infrange la sindrome da accerchiamento per la Cina, impedendo una polarizzazione sempre più estrema tra i due blocchi.

Sul campo, Mosca e Kiev non cambiano però il registro retorico. Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev ha assicurato che la situazione dell'approvvigionamento energetico in Ucraina migliorerà se Kiev riconoscerà le richieste della Russia.

La replica di Kiev è stata affidata al consigliere presidenziale di Kiev Mykhailo Podoliak: «Il Cremlino ha dichiarato direttamente attraverso Medvedev: che distruggeranno il sistema energetico ucraino e che terrorizzeranno milioni di persone fino a quando l'Ucraina non accetterà di arrendersi - ha scritto Podoliak su Twitter -. In effetti, è una confessione ufficiale di terrorismo a livello statale».

Mosca - ha fatto sapere il mistero della Difesa russa - ha intanto completato la mobilitazione parziale. Degli 82mila già mandati in Ucraina, «41mila sono operativi come parte di unità di combattimento e il resto sono in un modo o nell’altro in addestramento», ha rimarcato a sua volta Putin. I riservisti, secondo l’intelligence britannica, sarebbero stati schierati a ovest del fiume Dnipro che attraversa la città di Kherson dove le forze ucraine hanno registrato di recente degli avanzamenti.

«Nelle ultime sei settimane le forze di terra russe si sono chiaramente mosse per passare a una posizione difensiva », si legge nel rapporto degli 007 inglesi. Nella regione, dove sono stati evacuati 70mila civili, 23 soldati ceceni sono morti in un bombardamento delle forze ucraine. Kiev ha fatto sapere di aver abbattuto più di 300 droni kamikaze Shahed-136 iranian, da quando sono stati impiegati dall’esercito russo. Sempre secondo Kiev, a causa della carenza di armi ad alta precisione, la Russia avrebbe «cambiato tattica in Ucraina, attaccando solo siti di infrastrutture critiche, non basi militari».

Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dall’inizio dell’invasione, l’esercito russo ha effettuato 4.500 attacchi missilistici e più di 8.000 raid aerei. Sono invece quattro milioni gli ucraini che risentono delle restrizioni all'erogazione dell'elettricità nel Paese