venerdì 6 aprile 2018
La violenza nell'Est del Paese ha provocato 10.000 morti e due milioni di sfollati.
Profughi ucraini (Ansa)

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«La tragedia più grande di questo conflitto è la dimenticanza generale: evidentemente ricordare dà fastidio per tante ragioni e quindi non se ne parla. Ed è questo a uccidere, la sensazione di essere abbandonati». È la denuncia lanciata da monsignor Claudio Gugerotti, nunzio apostolico in Ucraina, intervistato dal Sir, a quattro anni dall’inizio del conflitto russo-ucraino, che finora ha causato diecimila vittime e due milioni di sfollati.

«Soltanto uno sguardo mondiale può essere oggi la salvezza per tutti – ha affermato monsignor Claudio Gugerotti, sottolineando l’attenzione di papa Francesco sul tema –. Alle porte dell’Europa c’è un conflitto ma la Ue è troppo presa dai problemi nazionali e dalla difficoltà del suo stare insieme per accorgersene».

«Se non si riscopre – ha affermato il nunzio – la solidarietà internazionale come mezzo per ristabilire un minimo di diritto comune, per garantire un minimo di giustizia ed equità, non solo non salveremo noi stessi ma lasceremo perire altre persone, pentendoci in futuro di non aver visto». «Dal Papa ho ricevuto questa raccomandazione molto forte di andare spesso a incontrare le persone che sono rimaste, cercare di consolarle, pregare con loro e portare la sua benedizione».

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