martedì 3 maggio 2022
L'allarme del sindaco: di 11 bus di civili evacuati non abbiamo più tracce. Putin firma le controsanzioni verso i "Paesi ostili". Il patriarca Kirill: la Russia non ha attaccato nessuno
La colonna di fumo che si alza dall'acciaieria Azovstal

La colonna di fumo che si alza dall'acciaieria Azovstal - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Dopo che ieri un centinaio di civili sono riusciti a lasciare il complesso dell'acciaieria Azovstal di Mariupol, oggi per lo stabilimento sembra essere arrivata l'ora dell'attacco finale. Le forze russe hanno bombardato il complesso fin dal mattino presto, poi hanno lanciato l'assalto, con l'obiettivo, secondo diverse fonti, di entrare nell'impianto. C'è stato un grande incendio e una colonna di fumo è visibile da tutta la città martire. Due donne sarebbero morte nell'offensiva e altri civili sarebbero stati feriti. Altri 200 ucraini sarebbero asserragliati nello struttura, che è l'ultimo avamposto della resistenza ucraina a Mariupol.

Il ministero della Difesa russo ha confermato di aver bombardato l'acciaieria perché i militari del battaglione Azov stavano traendo vantaggio dalla tregua concordata per mettere in salvo i civili asserragliati nell'impianto. Le forze ucraine, secondo l'agenzia di stampa Ria Novosti, "hanno approfittato" del cessate il fuoco per uscire dal seminterrato dove si trovavano e prendere posizione negli edifici della fabbrica. "Ora le unità dell'esercito russo e della Repubblica popolare di Donetsk, usando l'artiglieria e l'aviazione, stanno iniziando a distruggere queste postazioni di fuoco", ha affermato il ministero.

Sotto i bombardamenti restano anche le regioni limitrofe di Mariupol. Nel villaggio di Zaliznychne, vicino a Zaporizhzhia, due persone sono rimaste uccise da schegge di raid che, secondo il portavoce dell'amministrazione regionale, il colonnello Ivan Arefiev, hanno distrutto una scuole e danneggiato 12 case. Nuoviattacchi anche nell'area di Odessa. Secondo i vertici militari di Mosca, missili Oniks lanciati da droni hanno colpito e distrutto un hangar con armi inviate dai Paesi europei e dagli Usa.

L'offensiva continua a martellare soprattutto nel Donbass, dove secondo il governatore Pavlo Kyrylenko nella regione di Donetsk almeno 10 civili sono rimasti uccisi - tre in un raid aereo nella località di Avdiivka e gli altri sotto colpi d'artiglieria a Vuhledar e Lyman - e altri 15 feriti, mentre in altre zone sotto costanti bombardamenti si sta cercando dievacuare la popolazione dalla linea del fronte. Pesanticombattenti proseguono anche nell'oblast di Lugansk, dove stando al governatore Serhiy Gaidai nelle ultime ore 12 attacchi sono stati respinti, distruggendo tank, pezzi d'artiglieria e altri veicoli corazzati, ma Mosca sarebbe pronta a intensificare i bombardamenti in vista del 9 maggio, giorno in cui celebra la vittoria contro i nazisti. Il piano prevedrebbe l'uso di armipesanti, tra cui artiglieria e sistemi di lancio multipli per cercare di distruggere "tutto ciò che incontrano" e fare "terrabruciata", in modo da conquistare la regione entro quella data.

Gli attacchi continuano anche più a nord, nell'oblast diKharkiv, dove si segnalano almeno un morto e diversi feriti, con combattimenti in particolare nella direzione strategica di Izyum.

Ma anche lontano dal fronte, l'Ucraina resta avvolta dal terrore dei bombardamenti nemici, con nuovi attacchi e allarmi antiaerei centinaia di chilometri a ovest della linea strategica del fiume Dnipro. In serata, almeno cinque esplosioni si sono verificate a Leopoli, nell'ovest del Paese vicino al confine con la Polonia, seguite da blackout in alcune zone della città. Nel timore di nuovi raid missilistici, il sindaco Andriy Sadovyi ha invitato la popolazione a non lasciare i rifugi antiaerei. E sempre stasera, la contraerea ucraina ha abbattuto un missile russo sparato nei pressi di Kiev. Nel mirino sono finite anche Dnipro e Vinnytsia.

Civili in fuga da Mariupol in attesa di lasciapassare

Civili in fuga da Mariupol in attesa di lasciapassare - Ansa

E si segnala un altro problema, e cioè il completamento dell'evacuazione dei civili: 2mila residenti starebbero aspettando vicino a Berdyansk, a circa un'ottantina di chilometri dalla città portuale, per essere evacuati a Zaporizhzhia, ma le truppe russe non lo permettono, secondo la denuncia del sindaco di Mariupol Vadym Boychenko. Solo 3 dei 4 autobus partiti nei giorni scorsi da Mariupol grazie a un corridoio umanitario lungamente atteso, sono giunti in territorio controllato dall'Ucraina. "Ci risulta che undici autobus siano scomparsi da qualche parte, avrebbero dovuto procedere verso Zaporizhzhia, ma si sono persi da qualche parte. Si perdono in questi centri di filtraggio, i nostri residenti vengono presi e rapiti, e oggi questo sta accadendo nella nostra Mariupol", ha detto Boychenko. Secondo il sindaco, esistono altri centri in cui vengono meticolosamente "filtrati" gli ucraini che viaggiano verso il territorio controllato dal governo di Kiev.

I 100 civili usciti ieri dall'acciaieria Azovstal sono arrivati a destinazione, cioè a Zaporizhzhia. Lo ha detto la vice premier ucraina, Iryna Vereshchuk, parlando dal centro commerciale Epicenter di Zaporizhzhia, dove sono arrivati i bus degli evacuati. "Al convoglio si sono unite lungo il percorso anche diverse auto di persone in fuga da diversi villaggi", ha aggiunto.

Le controsanzioni di Putin

Uno stop, rivolto alle istituzioni statali russe, agli affari e alle esportazioni con i Paesi 'ostili'. Lo stabilisce un'ordinanza firmata dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Il 'decreto Putin', riportato dai media russi, stabilisce l''applicazione delle misure economiche speciali nei confronti dei Paesi stranieri ostili e delle organizzazioni internazionali ostili' a causa "delle azioni ostili" come gli Usa e altri Paesi e organizzazioni che si sono uniti agli Stati Uniti.

In particolare, il decreto vieta "a organi federali statali, organi statali, governi locali, organizzazioni e persone fisiche che sono nella giurisdizione della federazione russa di concludere affari (inclusi i contratti di commercio con l'estero) con persone giuridiche, persone fisiche e organizzazioni sotto loro controllo nei confronti dei quali verranno applicate delle misure economiche speciali".

Due ore di colloquio tra Putin e Macron

Il presidente francese Macron ha avuto un colloquio di due ore con il suo omologo russo Putin. Al termine sono trapelate alcune questioni affrontate: Putin avrebbe detto che l'Occidente deve smettere di mandare le armi a Kiev e che non considera i crimini di guerra commessi dalle forze militari di Kiev. Ha detto anche di essere ancora disponibile al colloquio con Zelensky.

Dal canto suo il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito l'esigenza di un cessate il fuoco, dicendosi disponibile a lavorare per una "soluzione negoziata che consenta la pace e il pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina". Macron, rende noto l'Eliseo in una nota, ha inoltre espresso "la sua profonda preoccupazione per Mariupol e la situazione nel Donbass" e ha chiesto alla Russia di "permettere il proseguimento delle evacuazioni dall'acciaieria Azovstal, in coordinamento con gli attori umanitari e lasciando agli evacuati la libertà di scegliere dove andare, in conformità con il diritto
internazionale umanitario". Ribadendo "l'estrema gravità delle conseguenze della guerra di aggressione contro l'Ucraina", Macron ha infine dato la sua disponibilità a collaborare con le organizzazioni internazionali competenti per contribuire a porre fine al blocco russo delle esportazioni di derrate alimentari ucraine via il Mar Nero".

Kirill: Mosca non ha invaso nessuno

Dietro le evacuazioni dei civili da Mariupol, ci sarebbe "la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia". È quanto fa sapere il dipartimento del Patriarcato di Mosca per le relazioni esterne. "Il 30 aprile e il 1/o maggio - si legge sul portale mospat.ru - due gruppi di civili hanno lasciato il territorio dell'impianto metallurgico Azovstal a Mariupol, in totale, il numero di sfollati è di 101 persone, compresi i bambini. Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, il metropolita Mitrofan di Horlovsky e Slavyansk, che è stato uno dei primi a incontrare queste persone, ha preso parte all'organizzazione dell'uscita dei civili. Molti di loro inizialmente avevano paura di lasciare lo stabilimento, ma la presenza di un gerarca ortodosso ha aiutato a superare questa paura: quando lo hanno visto, la gente ha deciso di evacuare", riporta il sito ufficiale del Patriarcato.

D'altra parte però si segnala anche un altro intervento del Patriarca di Mosca, Kirill, che ha affermato che la Russia non ha mai attaccato nessuno, ma ha sempre difeso i suoi confini. "Non vogliamo combattere con nessuno. Dio voglia che il nostro Paese sia così fino alla fine del secolo, forte, potente e allo stesso tempo amato da Dio", ha detto il Patriarca in un'omelia nella cattedrale dell'Arcangelo del Cremlino. Il Patriarca ha detto di pregare affinché il Signore "rafforzi il nostro popolo nella fede, nella pietà e nella saggezza e ci dia la forza per lavorare, vivere e, se necessario, lottare sempre per preservare la vita libera e indipendente del nostro popolo e del nostro Paese".

"Possa il Signore proteggere la terra russa dai conflitti intestini e dall'invasione straniera e possa rafforzare la fede ortodossa, l'unica forza spirituale che può davvero tenere unito il nostro popolo", ha concluso il patriarca Kirill.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: