venerdì 30 dicembre 2022
Colpite ancora le infrastrutture mandando in tilt l’erogazione di corrente. Un razzo cade in Bielorussia
Si scava in uno dei cimiteri alla periferia della città liberata di Kherson la tomba di Olena Afanasievska, uccisa il 24 dicembre da un missile

Si scava in uno dei cimiteri alla periferia della città liberata di Kherson la tomba di Olena Afanasievska, uccisa il 24 dicembre da un missile - Ansa

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Settanta missili e una cinquantina di droni killer per dire no a ogni proposta di negoziato che preveda il silenzio delle armi e il ritiro delle forze d’invasione. Prima ancora del «niet» alla trattativa giunto dal ministro degli Esteri Lavrov, Vladimir Putin aveva dato l’ordine di colpire duramente le infrastrutture essenziali, specialmente a Kiev, Leopoli, Kharkiv e Odessa.

Migliaia di persone sono corse a ripararsi nei rifugi mentre molti dei bersagli esplodevano: centrali elettriche, pompe idriche, strade e perfino pollai. Incendi sono divampati in zone residenziali, mentre l’esercito ucraino ha dichiarato di aver abbattuto 54 dei 70 missili arrivasti. Le sirene antiaeree sono risuonate in tutto il Paese ininterrottamente per oltre cinque ore. Il generale ucraino Oleksiy Hromov ha confermato che i missili sono stati lanciati contro «infrastrutture energetiche nelle regioni orientali, centrali, occidentali e meridionali».

Gli attacchi hanno fatto seguito a un assalto notturno di droni “kamikaze” che hanno tenuto impegnata la contraerea allo scopo di disorientare le forze di difesa e aprire un varco ai missili. Il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha stimato in oltre 120 il numero complessivo di missili e razzi lanciati «da varie direzioni». La risposta della contraerea avrebbe provocato uno sconfinamento in Bielorussia, alzando ancora la tensione con Minsk. Il ministero della Difesa bielorusso sostiene che le forze di difesa aerea avrebbero abbattuto un missile guidato S-300 «lanciato dal territorio ucraino».

Frammenti sarebbero stati ritrovati nei pressi della cittadina di Gorbakha, nella regione di Brest dove il commissario militare ha invece minimizzato l’incidente, affermando che i residenti non hanno «assolutamente nulla di cui preoccuparsi» e che «sfortunatamente queste cose accadono». I raid di ieri sono arrivati nelle stesse ore in cui il Cremlino rifiutava il piano di pace ucraino, con Kiev che aveva proposto una conferenza internazionale sotto egida Onu. Mosca ha definito la proposta come una «idea folle», accusando gli Usa per il sostegno al «regime di Kiev».

«Si tratterebbe – ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova – di un incontro nella sede Onu il 24 febbraio, anniversario dell’inizio dell’operazione militare speciale», ha detto Zakarova che ha contestato l’ipotesi di negoziato a condizione di fermare le armi. Putin ha lasciato intervenire il portavoce Dmitrij Peskov, secondo cui non può avviarsiuna trattativa se non si tiene conto dello stato attuale delle quattro regioni ucraine annesse unilateralmente alla Russia. In altre parole, Mosca chiede la legittimazione delle occupazioni e il ritiro, o la resa, di Kiev.

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