lunedì 19 settembre 2022
L'elemosiniere "è stato molto colpito", racconta al Sir il vescovo ucraino che l'ha accompagnato. (L'AUDIO)
Il cardinale Krajewski in preghiera alle fosse comuni di Izyum
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L'inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, è stato a Izyum, "in silenzio e in preghiera" presso una delle più grandi fosse comuni trovate finora in Ucraina. A raccontarlo, riferisce il Sir, è monsignor Pavlo Honcharuk, vescovo della diocesi di Kharkiv-Zaporizhia, che lo ha accompagnato.

"Oggi siamo andati nei luoghi delle sepolture di massa, a Izyum, dove sono stati riesumati i corpi. È stato terribilmente difficile - racconta Honcharuk -. Quando la squadra stava scavando, quando abbiamo guardato questi corpi, in qualche modo gettati nelle fosse, un corpo senza gambe, il secondo con le gambe rotte. Si sentiva un fetore molto forte, mi ha davvero colpito: un odore molto pesante. E ci sono tante di quelle tombe…". "Anche il cardinale è rimasto molto colpito", prosegue il vescovo. "Abbiamo camminato con lui, ha guardato tutto questo ed è stata ovviamente un'esperienza profonda per lui".

Il vescovo e il "cardinale di papa Francesco" - come viene chiamato in Ucraina - hanno anche visitato la stazione di polizia, da cui i russi hanno ricavato una camera di tortura. "Siamo entrati in quei sotterranei, i luoghi dove erano tenute quelle persone, condizioni terribili, fredde, umide, buie, sporche, completamente disumane. Abbiamo visto questo male e tutto questo crimine commesso. E sta ancora accadendo, e possiamo solo chiederci cosa non è ancora rivelato".

Il cardinale Krajewski sta incontrando in Ucraina i sacerdoti, i religiosi, i rappresentanti di altre comunità religiose e chiese. "Il suo arrivo - spiega il vescovo Honcharuk - è segno della presenza del Santo Padre. Questa è la sua missione". Ovunque va, il cardinale distribuisce rosari. "Oggi - ricorda Honcharuk - quando siamo passati dal posto di blocco, anche lì sono stati donati i rosari. Noi diciamo: lui è del Vaticano, è il nostro cardinale, è un rappresentante di papa Francesco".

Domani il cardinale Krajewski lascerà Kharkiv per Kiev. La sua missione terminerà nella capitale.

La testimonianza di padre Konrad "Non ci sono parole, le lacrime sono impossibili".

“Lo so… c’è la guerra e la guerra non conosce la pietà, ci sono anche i morti. Certo che vederne così tanti in una zona è una cosa difficile da raccontare, da spiegare. Non ci sono parole, le lacrime sono impossibili”. E’ quanto ci racconta il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, dopo la sua visita alle fosse comuni e alle stanze di tortura a Izyum. “Lì - aggiunge - abbiamo assistito a una “celebrazione”, possiamo dire così, dove 50 uomini giovani, soprattutto poliziotti, vigili del fuoco, soldati vestiti con tute bianche scavavano e portavano via dalle tombe, spesso comuni, le salme dei poveri ucraini uccisi, qualcuno 3-4 mesi fa, qualcuno appena sepolto lì”. Padre Konrad è rimasto particolarmente colpito da questi giovani. “C’era una cosa che mi ha toccato tanto: questi giovani ucraini tiravano fuori le salme in modo così delicato, così silenzioso, totalmente silenzioso. Sembrava una celebrazione, nessuno parlava ma lì c’erano tanti poliziotti, soldati… Almeno 200 persone. Tutti in silenzio, con una stima incredibile per il mistero della morte. Veramente c’era tanto da imparare da questi ragazzi”. Spiega che “poi bisognava subito capire se donna o uomo, e portare tutti via”, ma, torna a raccontare, “veramente è stato un momento toccante vedere in che modo portavano le salme. Sembrava che lo facessero per le proprie famiglie, per i propri genitori, figli, fratelli. Io e il vescovo giravamo tra di loro, io dicevo la coroncina della Misericordia in continuazione, siamo stati almeno 3 ore. Non potevo fare altro”. Il cardinale riflette ancora e quasi si stupisce del comportamento di questi giovani. “Eravamo a pochi chilometri dai russi ma nessuno mostrava odio, c’era una celebrazione di misericordia e quello che loro facevano era qualcosa di dovuto verso questi poveracci”. Questo, prosegue, “mi è rimasto ora che sono tornato a Karkhiv, mi trovo nella cappella e penso a questi giovani. Io lo sapevo di trovare tanti morti ma ho incontrato uomini che hanno mostrato la bellezza che ogni tanto è nascosta nei nostri cuori. Hanno mostrato una bellezza umana nel posto terribile – conclude padre Konrad commosso -, nel posto dove si potrebbe pensare solo alla vendetta. Invece no. Mi sono venute in mente le parole della Sacra Scrittura che il male bisogna sempre vincerlo con il bene”.(T.M)

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