martedì 24 maggio 2022
Mosca: il Donbass mai più ucraino. I filorussi chiedono una base militare russa a Kherson. Von der Leyen: Kiev deve vincere. Lavrov: ci avvicineremo di più alla Cina
Le macerie del grattacielo di Mariupol sotto al quale sono stati trovati circa 200 cadaveri

Le macerie del grattacielo di Mariupol sotto al quale sono stati trovati circa 200 cadaveri - Ansa / Forze armate ucraine

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Nel 90° giorno di guerra in Ucraina circa 200 corpi sono stati trovati a Mariupol tra le macerie di un rifugio durante lo smantellamento dei blocchi di un grattacielo vicino alla stazione di servizio suburbana-2 su Myru Avenue. Lo ha annunciato su Telegram il portavoce del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko. "Mariupol. Cimitero", ha scritto Andryushchenko, aggiungendo che i corpi sono rimasti lì per diverso tempo dato lo stato di decomposizione e che un gran numero di cadaveri è stato stipato dai russi in un obitorio improvvisato vicino alla metropolitana, sulla strada.

Nella regione di Kiev le fosse comuni ritrovate sono più di 10; 8 di queste si trovavano a Bucha, dove c'erano anche le più grandi, con 40 e 57 corpi. In tutto, i corpi rinvenuti a Bucha sono 418, più della metà di persone uccise da colpi d'arma da fuoco.

Per l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sono 3.942 i civili morti e 4.591 i feriti. Tra le vittime ci sono quasi 260 bambini. Il bilancio è però ancor più drammatico, considerato che "le informazioni provenienti da alcuni luoghi di intensi combattimenti sono in ritardo".

Intanto i separatisti filorussi che controllano Kherson, nel sud, chiedono a Mosca di installare una base militare nella regione. "Dovrebbe esserci una base militare della Federazione russa nella regione di Kherson. La chiederemo, e l'intera popolazione è interessata", ha detto il vicecapo dell'amministrazione creata dai russi, Kirill Stremousov. L'ultima parola, ha spiegato, "spetta al ministero della Difesa" russo.

Mosca respinge il piano di pace italiano: il Donbass mai più ucraino

Le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk non torneranno mai all'Ucraina: lo ha scritto il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sul suo canale Telegram, secondo quanto riporta la Tass. "Le Repubbliche del Donbass hanno preso la decisione finali sul loro stato e non torneranno mai più. Questo è inaccettabile per coloro che ricordano cosa è successo agli accordi di Minsk e le uccisioni di civili" nelle due repubbliche, ha detto Medvedev, bocciando il piano italiano per risolvere la crisi ucraina.

Von der Leyen: Kiev deve vincere. Ue verso l'embargo sul petrolio russo

L'Unione Europea probabilmente concorderà un embargo sulle importazioni di petrolio russo "entro pochi giorni". Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck in un'intervista all'emittente Zdf. "Ma un embargo petrolifero non dovrebbe essere l'unico obiettivo, non significa automaticamente che Putin è indebolito". "Naturalmente è una misura insolita - ha aggiunto - ma anche questi sono tempi insoliti".

Stamani la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito che "l'Ucraina deve vincere questa guerra". "L'aggressione di Putin deve essere un fallimento strategico" ha detto intervenendo al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera. "Faremo tutto il possibile per fare in modo che gli ucraini prevalgano e riprendano il futuro nelle loro mani". Con la guerra "è stato messo in discussione l'ordine internazionale".

Zelensky: i russi stanno distruggendo il Donbass

Per l'esercito ucraino la situazione più difficile è nel Donbass. "I combattimenti sono in corso a Bakhmut, Popasna e Severodonetsk - ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel quotidiano discorso alla nazione -, dove gli occupanti stanno concentrando la maggiore parte delle loro attività, massacrando e cercando di distruggere tutto ciò che c'è lì. Nessuno ha letteralmente distrutto il Donbass tanto quanto l'esercito russo sta facendo adesso".

"Le forze russe stanno lottando duramente per non rinunciare alle aree occupate della regione di Kharkiv, di Kherson, di Zaporizhzhia e del Donbass - ha aggiunto Zelenskiy - In alcune zone attaccano e accumulano personale e mezzi, rafforzando le loro posizioni. Le prossime settimane di guerra saranno difficili. E dobbiamo esserne consapevoli. Eppure non abbiamo altra alternativa che combattere... e vincere. Dobbiamo liberare la nostra terra e il nostro popolo. Perché gli occupanti vogliono portarci via non solo qualcosa, ma tutto ciò che abbiamo. Compreso il diritto alla vita degli gli ucraini".

Disegni di bambini a un checkpoint di Bakhmut, nella regione di Donetsk

Disegni di bambini a un checkpoint di Bakhmut, nella regione di Donetsk - Reuters

Lavrov: la Russia non può essere sconfitta. Più vicini alla Cina

I leader occidentali secondo i quali la Russia "deve essere sconfitta" non hanno studiato bene la Storia, afferma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. "Ora che l'Occidente è in una posizione dittatoriale, i nostri legami economici con la Cina cresceranno ancora più velocemente" ha detto durante un evento a Mosca e ha ribadito l'obiettivo di "sviluppare relazioni amichevoli con il vicino più prossimo". "Abbiamo un lungo confine con la Repubblica popolare cinese e interessi comuni nel sostenere i principi di giustizia e multipolarità negli affari internazionali".

"C'è un vantaggio economico reciproco. Ora il centro dello sviluppo mondiale si è spostato in Eurasia. Attualmente disponiamo della più ampia rete di partnership nella regione eurasiatica. Dobbiamo fare affidamento su di loro nell'ulteriore sviluppo del nostro Paese, delle sue capacità di trasporto, transito e logistica. Sono convinto che questa sia la strada giusta".

Anche perché, ha proseguito Lavrov, i Paesi occidentali hanno dimostrato la loro "incapacità di negoziare", quindi "sedersi esperare che McDonald's, ad esempio, torni nel Paese significherebbe non fare nulla per la Russia. Aspettare che arrivino i pezzi di ricambio e ci forniscano alcuni componenti, i semiconduttori? No, i nostri partner occidentali hanno dimostrato, e non per la prima volta, di essere incapaci di negoziare".

Stato di emergenza in Ungheria

Il governo ungherese ha ordinato lo stato d'emergenza nel Paese per via della guerra in Ucraina. Lo ha annunciato Zoltan Kovaks, portavoce del premier Viktor Orban. "Per salvaguardare gli interessi di sicurezza nazionale dell'Ungheria, per assicurarci di rimanere fuori dalla guerra e proteggere le famiglie ungheresi, il governo ha bisogno di spazio di manovra e di essere pronto ad azioni immediate", ha spiegato Orban.

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