martedì 17 maggio 2022
Sono uscite 264 persone: 53 feriti gravi sono stati portati in un ospedale di Novoazovsk, nel Donetsk, e altri 211 combattenti sono stati trasferiti con il corridoio umanitario diretto a Yelenovka
L'evacuazione di un ferito dall'Azovstsal, fermo immagine dal video sulla "resa" rilasciato dal ministero della Difesa russo

L'evacuazione di un ferito dall'Azovstsal, fermo immagine dal video sulla "resa" rilasciato dal ministero della Difesa russo - Ansa / Ministero della Difesa russo

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Nell'83° giorno di guerra in Ucraina, sono stati evacuati i soldati che da settimane resistevano nei tunnel dell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo riferisce lo Stato maggiore ucraino, secondo il quale sono uscite dallo stabilimento 264 persone: 53 feriti gravi, che sono stati portati in un ospedale di Novoazovsk, nel territorio dell'autoproclamata repubblica popolare del Donetsk, e altri 211 combattenti evacuati attraverso un corridoio umanitario diretto a Yelenovka.

L'operazione segna di fatto la resa dei difensori dell'acciaieria e la completa caduta in mano russa di Mariupol, semidistrutta dai bombardamenti e stremata da un lungo assedio. "Hanno deposto le armi e si sono arresi", comunica il ministero della Difesa russo. Il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak ha definito la resistenza dell'Azovstal le "Termopili del XXI secolo". Un evento che ha "cambiato il corso della guerra".

Progettata in epoca sovietica per resistere a un attacco nucleare, quella che fu la più grande acciaieria d'Europa non ha ceduto nemmeno al bombardamento con ordigni ad elevata potenza come i 'bunker buster'. Ed era improponibile un'irruzione di fanteria, che avrebbe causato perdite pesantissime agli attaccanti, data la complessa rete di cunicoli sotterranei che avrebbe annullato il loro vantaggio numerico, intrappolandoli in un territorio sconosciuto e ostile.

"L'Ucraina è stata costretta a scambiare i militari ucraini feriti a Mariupol con prigionieri di guerra russi perché non c'era altro modo per salvarli" ha spiegato la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Maliar. "Grazie ai difensori di Mariupol, l'Ucraina ha avuto tempo vitale per accumulare riserve, riorganizzare e mobilitare le forze e ricevere assistenza dagli alleati" afferma il ministero. L'esercito di Kiev, in una dichiarazione pubblicata su Facebook, ha detto che la resistenza dell'acciaieria ha ritardato lo schieramento di 20mila soldati russi in altre aree dell'Ucraina e ha impedito a Mosca di impadronirsi rapidamente della città di Zaporizhzhia.

"Speriamo di poter salvare i nostri ragazzi", perché l'Ucraina "ha bisogno di eroi vivi, e penso che ogni persona giudiziosa capirà queste parole" detto il presidente Volodymyr Zelensky. All'evacuazione dell'Azovstal, ha spiegato, partecipano l'esercito e l'Intelligence in collaborazione con la Croce rossa e l'Onu. Il governo, ha aggiunto, continua "la massima attività diplomatica in altre aree, nell'interesse del Paese. Questo lavoro richiede delicatezza, e tempo".

Gli 83 giorni dell'Azovstal. Cronologia

24 febbraio - Le truppe russe entrano in Ucraina attraverso la Crimea e iniziano un'offensiva generale lungo l'intera linea di separazione, da Stanitsa Luhanska, vicino al confine russo, al porto di Mariupol, sul Mar d'Azov, la cui acquisizione consentirebbe di creare un corridoio terrestre verso l'annessa penisola di Crimea.

19 marzo - L'artiglieria russa devasta l'impianto metallurgico di Azovstal.

21 aprile - La Russia afferma di aver preso Mariupol ma riconosce che c'è ancora una sacca di resistenza nelle acciaierie.

22 aprile - L'Ucraina afferma che la Russia vuole controllare il Sud e l'Est non solo per stabilire un corridoio terrestre dal Donbass alla penisola di Crimea ma anche per creare un punto di accesso alla Transnistria, regione separatista e filorussa della Moldavia.

23 aprile. - La Russia riprende gli attacchi aerei.

25 aprile - La Russia dichiara un nuovo cessate il fuoco per l'evacuazione dei civili che si erano rifugiati nell'acciaieria.

27 aprile - L'esercito russo riprende gli attacchi aerei contro l'impianto metallurgico. Nel frattempo, l'Onu annuncia che sta preparando un'operazione insieme al Comitato Internazionale della Croce Rossa per evacuare i rifugiati civili il prima possibile.

1 maggio - L'Ucraina riesce a evacuare i primi cento civili rifugiati nell'acciaieria.

3 maggio - Il presidente francese, Emmanuel Macron, chiede alla Russia di consentire il proseguimento delle evacuazioni delle acciaierie Azovstal.

5 maggio - Il presidente russo, Vladimir Putin, ribadisce che la Russia è disposta a facilitare la partenza dei civili dall'Azovstal.

6 maggio - La Russia afferma che 50 civili sono stati evacuati dall'impianto metallurgico Azovstal, tra cui 11 bambini, in un'operazione umanitaria.

7 maggio - Il resto dei civili (donne, bambini e anziani) viene evacuato dalle acciaierie, dove rimangono solo i soldati che stanno resistendo alle truppe russe, come annunciato dal vice primo ministro ucraino, Iryna Vereshchuk.

9 maggio - Le truppe russe riprendono l'assalto allo stabilimento Azovstal, dopo che un convoglio delle Nazioni Unite ha lasciato la regione di Donetsk.

11 maggio - L'esercito russo attacca l'acciaieria con artiglieria pesante, carri armati e bombardamenti aerei. Il difensore civico ucraino Liudmyla Denisova chiede alle Nazioni Unite e alla Croce Rossa di intervenire per facilitare l'evacuazione dei soldati feriti.

12 maggio - I soldati ucraini del reggimento Azov resistono agli attacchi dell'esercito russo, che ha bloccato le uscite dei sotterranei della gigantesca centrale.

13 maggio - Le truppe russe tentano senza successo di irrompere nelle acciaierie.

16 maggio - Circa 264 soldati ucraini vengono evacuati. È la fine della resistenza di Mariupol.


Sospesi i negoziati. Putin: l'Occidente verso il "suicidio energetico"

I colloqui per un accordo tra Russia e Ucraina sono sospesi, non si stanno svolgendo in alcuna forma. Lo spostamento del processo negoziale ucraino da Kiev a Washington e Londra non porterà frutti, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, mentreil negoziatore ucraino Podolyak ha affermato che "non ci sono stati progressi dopo l'incontro di Istanbul: la Federazione Russa resta sulle sue posizioni stereotipate, ma ogni guerra finisce al tavolo delle trattative e questo processo sarà moderato da Zelensky".

Il presidente russo Vladimir Putin, parlando alle imprese petrolifere russe, ha detto che l'Occidente si sta avviando verso "una sorta di suicidio energetico" con l'imposizione delle sanzioni contro le forniture russe. "Nel lungo termine ne subirà le conseguenze, si sta creando un danno all'economia europea", ha aggiunto.

L'intelligence di Kiev: Mosca punisce i responsabili delle sconfitte

Il Cremlino sta cercando i responsabili delle sconfitte militari in Ucraina e sta punendo i comandanti delle proprie forze di occupazione russe. Lo ha scritto su Facebook la direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, secondo cui "il Cremlino punisce in modo dimostrativo i comandanti anche per ridurre le conseguenze della propria futura responsabilità politica e penale, incolpando per tutti i fallimenti e le sconfitte i comandanti delle unità e delle formazioni di occupazione".​

Mosca: inchiesta imparziale su Bucha

Intanto Mosca ritiene che sia necessaria un'indagine indipendente e imparziale per chiarire la situazione sulla tragedia di Bucha: lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi alla città ucraina in cui le truppe russe sono sospettate di avere commesso crimini di guerra.

Peskov ha detto anche che "le azioni dei Paesi occidentali nei confronti della Russia sono una guerra, sarebbe più corretto ora indicare i Paesi non amici come ostili".

La Svezia chiede di entrare nella Nato. Anche la Finlandia vota sì

La ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, ha firmato questa mattina la domanda di adesione della Svezia alla Nato. La firma rappresenta il passo formale di Stoccolma verso l'ingresso nell'Alleanza.

Il Parlamento finlandese ha votato a stragrande maggioranza (oltre il 95% di sì) a favore dell'adesione alla Nato, consentendo l'invio della candidatura ufficiale al quartier generale dell'Alleanza atlantica. Al termine di una sessione parlamentare di due giorni, il progetto di adesione è stato adottato con 188 voti favorevoli e otto contrari.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha commentato che l'adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non farà nessuna grande differenza per la Russia, in quanto da tempo i due Paesi partecipano alle esercitazioni militari dell'Alleanza. Nei giorni scorsi il Cremlino aveva messo in guardia Helsinki e Stoccolma dalle "conseguenze" nei rapporti bilaterali nell'eventualità del loro ingresso nella Nato.

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