sabato 20 maggio 2017
Trump in Arabia Saudita va a foraggiare il nemico di Teheran con una grossa commessa di armi. Poi le tappe in Israele e a Roma. Un "affare" da 110 miliardi di dollari: aerei, navi e radar
Trump con il principe ereditario Salman (Ansa)

Trump con il principe ereditario Salman (Ansa)

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Gli investigatori federali statunitensi che stanno indagando sui presunti rapporti tra l'amministrazione di Donald Trump e le autorità di Mosca avrebbero individuato un alto funzionario della Casa Bianca, persona “molto vicina al presidente repubblicano”, come elemento chiave per fare luce sulla vicenda. A rivelarlo è il quotidiano Washington Post che sottolinea come "l'indagine sul possibile coordinamento tra la Russia e la campagna presidenziale di Trump abbia individuato un funzionario attualmente alla Casa Bianca come persona significativa di interesse". Le fonti sono persone molto vicine al caso e dimostrano che l'investigazione ha raggiunto un punto di svolta ed entrata in un fase "più attiva". Il consigliere della Casa Bianca sotto controllo da parte degli investigatori è una persona vicina a Trump, dunque, ma nell'articolo del WP non si fa riferimento alla sua identità. A ipotizzarla è invece il quotidiano inglese Independent che dice che sarebbe stata identificata nel genero di Trump, Jared Kushner, che quindi potrebbe essere ascoltato a breve dagli investigatori proprio per far luce sul Russiagate. Intanto James Comey, l'ex direttore
del Fbi licenziato dal presidente Donald Trump, ha accettato di testimoniare al Congresso sulle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016: lo ha annunciato la Commissione servizi del Senato statunitense.

Mentre l’Iran ha deciso il suo futuro puntando di nuovo su Hassan Rohani, l’Arabia Saudita, nemico regionale, accoglie oggi e domani Donald Trump, al suo primo viaggio internazionale da presidente degli Stati Uniti. Per le strade di Riad sventolano le bandiere americane accanto a quelle nazionali e i cartelloni con il volto del capo della Casa Bianca accanto a quello del re Salman in arabo e inglese, inneggianti all’amicizia tra i due Paesi. Più volte accusato di islamofobia, anche per il suo divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sei Paesi musulmani, ancora bloccato in tribunale, Trump condivide con l’Arabia Saudita l’opinione che l’Iran, sciita, sia una minaccia per il Medio Oriente e vuole che l’alleato si metta alla guida di un fronte che stabilizzi la regione e sconfigga il Daesh.

Da parte loro i sauditi, dopo aver perso fiducia nell’America di Obama per l’accordo con l’Iran sul programma nucleare, vedono in Trump l’uomo che potrebbe consentire loro di rafforzarsi nella regione e fare affari miliardari. Fitto il calendario della visita di Trump: un bilaterale con i sauditi, un vertice con i leader dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo e un incontro «storico» tra Usa e mondo islamico, con la «partecipazione di 37 leader», come hanno annunciato le autorità saudite. Escluso dall'incontro proprio l’Iran. Il discorso di Trump sarà «ispirato e diretto», ha spiegato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa H.R. McMaster, incentrato sulla necessità di combattere l’estremismo per «unire il mondo musulmano contro i nemici di tutta la civiltà».

Secondo il Washington Post – che ieri ha rivelato che un alto funzionario della Casa Bianca è finito nelle indagini del cosiddetto Russia-gate –, Trump svelerà il progetto di una «Nato araba», un fronte sunnita che dovrebbe avere il compito di guidare la lotta contro il terrorismo e tenere sotto controllo Teheran. Il presidente Usa dovrebbe inoltre annunciare uno dei più ampi accordi per la vendita di armi nella storia. L’idea di una «Nato araba» non è nuova ed è stata sostenuta dai sauditi, ma finora non aveva mai ottenuto l’appoggio aperto del governo statunitense. Secondo il New York Times sarebbe stato Jared Kushner, genero e consigliere del presidente americano, ad aiutare l’Amministrazione a chiudere l’affare miliardario con l’Arabia Saudita per la vendita di armi. Un affare da 110 miliardi di dollari: aerei, navi, bombe di precisione e un sistema radar molto sofisticato. Proprio su quest’ultimo si sono concentrate le discussioni, in quanto il prezzo era considerato troppo alto. È qui che Jared Kushner sarebbe intervenuto direttamente tre settimane fa, chiamando al telefono l’amministratore delegato della Lockheed Martin, l’azienda che produce questo tipo di sistemi, per chiedere una riduzione del costo. «Vogliamo mandare un messaggio all’Occidente: il mondo islamico non è un nemico», ha detto da parte sua il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir nel presentare la visita di Trump. E a proposito del summit islamico-americano, per Jubeir l’obiettivo principale è quello di «aprire una nuova pagina nel dialogo con il mondo islamico».

Il viaggio di Trump proseguirà poi in Israele, dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre mercoledì sarà a Roma e in Vaticano, dove sarà ricevuto dal presidente Sergio Mattarella e da Papa Francesco. Il giorno dopo Trump sarà al vertice Nato a Bruxelles e, infine, parteciperà al G7 di Taormina.

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