sabato 23 febbraio 2019
Le organizzazioni interessate dovranno ora operare in maniera trasparente, tenendo ben distinti i servizi sanitari da quelli legati all'interruzione volontaria della gravidanza
Trump taglia i finanziamenti a chi «pubblicizza» l'aborto
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Le elezioni presidenziali del 2020 sono già entrate nel vivo di una delle questioni più divisive. Il presidente Donald Trump ha infatti annunciato che le organizzazioni sanitarie che forniscono informazioni su come e dove si pratica l’aborto non avranno più diritto ai finanziamenti federali. Una decisione che potrebbe privare di milioni di dollari l’organizzazione che promuove e pratica gli aborti Planned Parenthood – accogliendo le richieste dei gruppi in difesa della vita umana – e che dall’altro lato mira a consolidare il sostegno politico di gruppi sociali a forte motivazione religiosa, in particolare gli evangelici. Una scelta che inevitabilmente è già diventata un nuovo braccio di ferro con i democratici.

La Casa Bianca ha giustificato la decisione spiegando che «aumenterà il numero dei pazienti assistiti e migliorerà la qualità della cura offerta», promettendo anche ulteriori sforzi per proteggere donne e bambini dall’abuso e dalle molestie sessuali. Il capogruppo repubblicano alla Camera, Steve Scalise, ha apprezzato il fatto che «molte organizzazioni sanitarie non dovranno più mortificare i propri principi pro-life per ricevere finanziamenti governativi».

L’Associazione medica nazionale che rappresenta la comunità afro-americana teme però che la possible riduzione di fondi a Planned Parenthood si traduca in una perdita di servizi sanitari per oltre un milione di persone. Varie organizzazioni – e non solamente quelle pro-aborto – hanno intrapreso azioni legali contro l’Amministrazione. Al centro della misura messa a punto dal dipartimento della Sanità americana c’è la revisione del «Titolo 10», un programma creato nel 1970 dall’allora presidente Richard Nixon per fornire “pianificazione familiare” alle donne meno abbienti. Il progetto ogni anno spende 286 milioni di dollari per la contraccezione e altri servizi fruiti da circa quattro milioni di persone, il 22% dei quali afro-americane. Ed è proprio attraverso questo programma che Planned Parenthood e altri gruppi forniscono l’accesso all’interruzione di gravidanza.

Visto che la legge proibisce l’uso di fondi pubblici per l’aborto, queste organizzazioni dovranno ora operare in maniera trasparente, tenendo ben distinti i servizi sanitari da quelli abortivi. Non solo le cliniche saranno private di finanziamenti – si parla di 60 milioni di dollari solo per Planned Parenthood – ma non potranno fornire informazioni su dove poter ottenere l’aborto. Una regola già introdotta nel 1988 dall’allora presidente repubblicano Ronald Reagan e che – nonostante fosse stata confermata dalla Corte Suprema – non fu implementata dall’amministrazione Bush, per poi essere eliminata dal democratico Bill Clinton nel 1993.

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