sabato 5 maggio 2018
Per il quarto anno consecutivo, il presidente è stato ospite della convention Nra che riunisce gli armieri: difenderemo il Secondo emendamento. «Oltre alle pistole allora vietiamo auto e furgoni»
Il presidente Donald Trump alla convention della Nra a Dallas in Texas (Ansa)

Il presidente Donald Trump alla convention della Nra a Dallas in Texas (Ansa)

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«Tre colpi sono stati sparati… ». Così attaccava un dispaccio dell’agenzia United Press lanciato alle 12,34 del 22 novembre 1963. Era solo il primo di una serie che avrebbe diffuso al mondo la notizia dell’uccisione di John Fritzgerald Kennedy a Dallas. Ed è proprio a Dallas che l’attuale presidente Usa Donald Trump è intervenuto ieri alla convention della National Rifle Association (Nra), la potente lobby che da anni prova ad allentare i lacci legali sulla vendita di armi e alla quale il presidente ha ribadito sostegno. Il tycoon è da tempo un difensore del Secondo emendamento della Costituzione Usa, che sancisce il diritto dei cittadini di possedere armi. E ieri lo ha ribadito: «Proteggeremo il Secondo emendamento. I vostri diritti sono sotto attacco, ma non saranno a rischio fino a quando io sarò il vostro presidente ». Vietare le armi? E allora «Vietiamo camion e furgoni. Vietiamo tutte le auto», ha scandito Trump facendo riferimento alle stragi condotte negli ultimi anni con veicoli lanciati con- tro i pedoni.

È il quarto anno consecutivo in cui Trump partecipa a questo evento, ieri accompagnato anche dal suo vice, Mike Pence. Quest’anno, tuttavia, l’appuntamento è giunto in un contesto di dure critiche ai fabbricanti di armi da fuoco e alla diffusione di fucili d’assalto, dopo la strage nel liceo di Parkland in cui sono rimasti uccisi 17 giovani. Nel fine settimana a Dallas sono previste proteste contro la convention della Nra, tra cui anche quella dei genitori che hanno perso i figli nell’eccidio in Florida. «Sotto questa Amministrazione il diritto delle persone di detenere armi non sarà violato », ha sottolineato Pence. Che ha inoltre esortato i media a dare spazio agli «eroi» che proprio grazie alle loro armi hanno fermato criminali. La lobby delle armi conta circa 5 milioni di membri.

Difende il Secondo emendamento e influenza le politiche a livello locale e nazionale. La Nra ha sostenuto senza riserve Trump in campagna elettorale. Il dramma di Parkland ha generato una mobilitazione nazionale, promossa dai liceali scampati all’attacco. Ogni anno nel Paese sono oltre 30mila le morti legate alle armi da fuoco. Il 24 marzo alla Marcia per le nostre vite ha partecipato oltre un milione di persone. Dopo il massacro, Trump si era detto aperto a nuove misure, chiedendo il bando dei dispositivi per sparare a raffica (bumpstock) ma rifiutando di sancire divieti per i fucili d’assalto. Riprendendo il pensiero della Nra per cui «l’unico modo di fermare un cattivo armato è opporgli un gentile armato», Trump ha anche difeso la proposta di armare gli insegnanti, ribadita ieri. Poi ha evocato l’innalzamento dell’età legale per comprare armi semiautomatiche da 18 a 21 anni. Ma nessun progresso legislativo è stato fatto. Prima di parlare a Dallas, Trump ha peraltro annunciato ai giornalisti alla Casa Bianca che c’è già «una data e un luogo per l’incontro con Kim Jongun ». Trump ha aggiunto che i dettagli del vertice che passerà alla storia, come quello dei giorni scorsi tra Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, saranno diffusi al più presto.

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