giovedì 9 novembre 2017
Prosegue la tre giorni di Trump in Cina. Per lui un trattamento "imperiale". Ecco le questioni sul tavolo
Trump e Xi: via il nucleare dalla Corea, con i negoziati
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La Cina e gli Stati Uniti hanno ribadito il loro «fermo impegno» a ottenere la denuclearizzazione della Penisola coreana e a risolvere la questione nucleare attraverso il dialogo e il negoziato. L'ha affermato il presidente cinese Xi Jinping dopo i colloqui col presidente Usa Donald Trump nella Grande Sala del Popolo di Pechino, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Oggi è il secondo giorno della visita di Trump in Cina, la tappa più importante e delicata del suo viaggio in Asia.

L'impegno sulla Corea

«Sulla questione nucleare della Penisola coreana, abbiamo ribadito il fermo impegno a ottenere la denuclearizzazione nella penisola e a mantenere il regime internazionale nucleare di non proliferazione», ha affermato Xi. «Le due parti - ha spiegato il leader cinese - continueranno a mettere pienamente estrettamente in pratica le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e a restare impegnati a risolvere la questione nucleare della Penisola coreana attraverso il dialogo e il negoziato». Il "wording" della dichiarazione di Xi è studiato con accuratezza. Non cita esplicitamente la minaccia nucleare e missilistica posta dalla Corea del Nord, rispetto alla quale Trump ha chiesto di «agire rapidamente»; concede un impegno a una rigida applicazione delle sanzioni Onu, ma ottiene da Trump un riconoscimento della via negoziale e politica.

La giornata di ieri: cortesie e complimenti reciproci

La tre giorni di Trump a Pechino è cominciata ieri con la visita, assieme alla first lady Melania, nella Città Proibita dove la coppia presidenziale è stata ricevuta dal presidente Xi e dalla consorte Peng Liyuan.

Quella di Trump è una "state visit plus", ovvero il presidente americano riceve un trattamento speciale che, ha detto Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, vuole ricambiare l'ospitalità riservata a Xi e Peng durante la visita fatta in aprile a Mar-a-Lago, in Florida, residenza del numero uno Usa.

Dopo la visita alla Città Proibita, con la tradizionale cerimonia del te, c'è stata la cena al Jianfu Palace. Trattamento imperiale dunque per Trump, primo leader straniero a cenare nella Città Proibita dal lontano 1949. Con tanto di performance di musica e danza di giovani studenti dell'Opera di Pechino vestiti con costumi tradizionali.

Al termine Trump entusiasta, con Melania, ha ringraziato il presidente Xi e la first lady per le ore trascorse alla Città Proibita. «Grazie per gli indimenticabili pomeriggio e sera alla Città Proibita di Pechino, presidente Xi e Madame Peng Liyuan, siamo impazienti di rivedervi domani mattina!», scrive il tycoon in un cinguettio su Twitter, social media bandito in Cina.

La visita è cominciata quindi con fase dei saluti e dei complimenti. Prima dell'arrivo Trump si era affidato sempre a un tweet per affermare la sua «impazienza nel rivedere il presidente Xi Jinping appena uscito dalla sua grande vittoria politica». Il riferimento del
presidente Usa è al nuovo mandato di 5 anni ottenuto da Xi come segretario generale del Pcc, al termine del 19/mo congresso
conclusosi il 24 ottobre. Un complimento, che potrebbe essere finalizzato ad ammorbidire il presidente cinese in vista del duro negoziato su commercio e crisi nordcoreana, tra nucleare e missili balistici.

Il business prima politica

Intanto però si pensa al "business". Compagnie americane e cinesi hanno siglato a Pechino, nel primo giorno della visita di Stato del presidente Trump, 19 accordi del valore totale di 9 miliardi di dollari, Alla cerimonia della firma, presso la Grande sala del popolo, hanno presenziato il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, e il vice premier cinese, Wang Yang, appena entrato a far parte del Comitato permanente del Politburo in occasione del 19/mo congresso del Partito comunista cinese.

Wang ha definito un «riscaldamento» gli accordi, alla vigilia del summit tra Trump e il presidente Xi Jinping, testimoni d'eccezione di intese ancora più grandi, tra cui l'export di gas naturale e soia. «Raggiungere un equo e reciproco trattamento per le compagnie è un obiettivo condiviso», ha commentato Ross.

Trump nei tre giorni di visita tenta di ridurre il deficit commerciale Usa, sceso a ottobre con la Cina a 26,6 miliardi dai 28,1 miliardi di settembre mentre è di circa 223 miliardi nei primi 10 mesi dell'anno. Ross, a Pechino con la missione di Trump, ha una delegazione di circa 40 compagnie americane di diversi settori come energia, aviazione e servizi finanziari.

La sfida della carne

La Cina ha riaperto all'import di carne Usa, ma i flussi sono bassi a causa di forniture che soffrono l'insufficienza dei prodotti in linea con i requisiti richiesti dalle autorità cinesi. Pechino è il primo produttore, consumatore e importatore di carne di maiale al mondo. Anche in quest'ottica, uno degli accordi firmati coinvolge JD.com, il secondo mall online in Cina quotato al Nasdaq, che si è impegnata a acquistare beni del valore di 2 miliardi di dollari dagli Usa, di cui oltre la metà costituita da carne di manzo e di maiale. Poco più di 1,2 miliardi sono relativi ai contratti con Montana Stock Growers Association (manzo) e con Smithfield Foods (maiale) per la fornitura di durata triennale. «I consumatori cinesi saranno rassicurati sapendo che di acquistare carne sicura, e prodotti di alta qualità dagli Usa», ha commentato in una nota il ceo di JD.com, Richard Liu.


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