mercoledì 3 ottobre 2018
Inchiesta del New York Times sull'eredità ricevuta nel 1999 dal presidente Usa e dai suoi fratelli. La Casa Bianca respinge le accuse
Il presidente Usa Donald Trump (Usa)

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Di una cosa si è sempre vantato Donald Trump: essersi fatto da solo, aver guadagnato miliardi di dollari grazie unicamente alle sue doti di businessman e di non aver chiesto mai un dollaro a suo padre, Fred C. Trump, a New York una leggenda del mattone. Ora il New York Times, con uno degli attacchi più diretti al presidente americano, lo accusa di aver ereditato dall'impero dei genitori almeno 413 milioni di dollari, gran parte dei quali frutto di elusione fiscale.

Le conclusioni sono quelle di un'inchiesta approfondita condotta dal quotidiano: una “special investigation” fondata su un tesoro di carte acquisite da tre reporter. Un dossier che va dalle dichiarazioni dei redditi riservate a una serie di documenti fiscali e finanziari del presidente Usa. Un affondo che imbarazza la Casa Bianca ed è destinato ad alimentate le ire di Trump contro i media “nemici”, con i suoi avvocati che intanto parlano di "accuse al 100% false e altamente diffamatorie".

Dall'inchiesta emerge come gran parte del denaro che Trump ricevette dall'azienda del padre, morto nel 1999, fu una sorta di ricompensa per aver aiutato i genitori a eludere le tasse. Altro che miliardario fai da te. Per il Nyt Donald e i suoi fratelli crearono una società fittizia per mascherare e nascondere milioni di dollari ricevuti dai proprio genitori, aggirando il fisco con operazioni che il quotidiano definisce "vere e proprie frodi". Con il futuro presidente degli Stati Uniti che ebbe un ruolo particolarmente attivo nel mettere a punto una strategia mirata in parte a sottostimare le aziende dell'impero di famiglia per centinaia e centinaia di milioni di dollari sulle dichiarazioni dei redditi, riducendo drasticamente l'ammontare delle tasse da pagare quando queste proprietà sono state trasferite a “The Donald” e ai suoi fratelli.

Il Nyt sottolinea quindi come queste operazioni furono contrastate debolmente dall'Irs, l'agenzia delle entrate americana, con Fred e Mary Trump che trasferirono ben oltre un miliardo di dollari ai figli. Una cifra che avrebbe dovuto portare a un conto di 550 milioni di dollari da versare al fisco in base all'aliquota del 55% prevista allora su donazioni ed eredità. Donald e i suoi fratelli pagarono invece appena 52,2 milioni di dollari.

L'inchiesta solleva inevitabilmente nuovi dubbi sul fatto che Trump si sia finora rifiutato di rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, rompendo una consuetudine lunga decenni da parte dei presidenti americani. Se quanto scoperto dal New York Times fosse vero, difficile pensare a un'azione penale, visto che il reato sarebbe ormai caduto in prescrizione. Ma ci sarebbe ancora spazio per un'azione civile per frode fiscale col rischio di multe salatissime. Oltre alle inevitabili ricadute politiche dalle conseguenze imprevedibili.

La Casa Bianca si è subito scagliata contro il quotidiano. "Fred Trump - ha detto la portavoce Sarah Sanders riferendosi al padre del presidente - non c'è più da quasi venti anni ed è triste assistere a questo attacco contro la famiglia Trump da parte del fallimentare New York Times. Molti decenni fa l'Irs (il fisco Usa) ha revisionato e approvato queste transazioni". Nella nota di Sanders, che sembra scritta da Trump in persona, si attaccano i media dicendo che la loro credibilità presso il popolo americano è ai minimi storici perché sono concentrati "ad attaccare il presidente a la sua famiglia 24 ore su 24 invece di riportare notizie". Sanders ricorda dunque le "scuse" del New York Times per aver sbagliato nel prevedere l'esito delle elezioni del 2016 reclamando un bis.




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