sabato 11 gennaio 2020
Il presidente Trump aveva lasciato ai singoli Stati la scelta di accettarli o meno. In vista delle elezioni, Trump si preparerebbe anche a estendere il "travel ban" ad altri 7 Paesi
Famiglie di profughi centroamericani in attesa a Matamoros, in Messico, per passare il confine e chiedere asilo a Brownsville in Texas

Famiglie di profughi centroamericani in attesa a Matamoros, in Messico, per passare il confine e chiedere asilo a Brownsville in Texas - Ansa

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Il Texas diventa il primo stato Usa a rifiutare di accogliere i profughi nel 2020, in base all'ordine del presidente Donald Trump, che a settembre aveva lasciato ai singoli stati Usa la scelta di accettarli o meno.

Il governatore Greg Abbott ha spiegato in una lettera al dipartimento di Stato che il Texas deve concentrare i suoi finanziamenti «su quelli che sono già qui, contando anche i rifugiati, i migranti e i senzatetto, di fatto tutti texani». E che lo stato, che ha accolto dal 2010 circa il 10% dei rifugiati accettati dagli Usa, deve far fronte a un «problema migratorio sproporzionato» con l'arrivo dal 2018 di decine di migliaia di migranti attraverso il confine messicano.

Intanto Donald Trump si prepara a espandere il "travel ban", all'inizio di una campagna elettorale incentrata ancora sulla lotta all'immigrazione. Lo scrivono i media Usa, riferendo di una bozza che circola alla Casa Bianca. Secondo alcune fonti potrebbero essere aggiunti altri sette Paesi, in gran parte musulmani, secondo altre Paesi rimossi dalla prima versione dopo la controversia legale finita alla Corte Suprema. L'ultima versione prevede restrizioni per i viaggiatori provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria, Yemen, Venezuela e Corea del Nord.

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