venerdì 29 novembre 2019
Le norme, ispirate alla Sharia, prevedevano arresti e frustate per le donne sorprese a partecipare a feste private o a indossare i pantaloni. Eliminato anche il partito del deposto dittatore Bashir
Il 25 novembre, per la prima volta a Khartum, si è celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne (Ansa)

Il 25 novembre, per la prima volta a Khartum, si è celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne (Ansa)

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Il Sudan cambia, o almeno di facciata sembra lo stia facendo. E' infatti giudicata "storica" la decisione per i diritti delle donne in Sudan: l'autorità di transizione, che questa mattina ha sancito lo scioglimento del partito dell'ex presidente Bashir, ha anche abrogato una serie di leggi, tra cui quella che prevedeva arresti e frustate per le donne sorprese a partecipare a feste private o a indossare i pantaloni.
La norma era una controversa legge sull'ordine pubblico che tuttavia aveva colpito in particolare le donne proponendo una interpretazione particolarmente severa della legge islamica della Sharia. La sua abolizione era una delle richieste principali avanzate al primo ministro in carica Abdalla Hamdok dal movimento di proteste. "Le leggi sull'ordine pubblico e la morale pubblica erano uno strumento di sfruttamento, umiliazione - ha twittato Hamdok - e violazione dei diritti dei cittadini e una violazione della dignità del popolo. Mando un omaggio ai giovani uomini e donne del mio Paese che hanno sopportato gli orrori dell'applicazione di queste leggi".

Il 25 novembre il Sudan ha tenuto la sua prima marcia in decenni per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E molte donne sono state in prima linea nel movimento che ha rovesciato il regime trentennale di Bashir.

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