Sono circa
257mila le vittime della guerra
siriana secondo le stime delle Nazioni Unite, oltre 50 mila solo nel
2015, con
12 milioni di siriani all'interno del Paese che non hanno
accesso all'acqua potabile e
9 milioni costretti a vivere in
condizioni insicurezza alimentare. È quanto denunciano 30
organizzazioni umanitarie, tra le quali
Oxfam e
Save The Children,
attraverso il rapporto "Siria: benzina sul fuoco" rilanciato in Italia
nel quadro della campagna
#WithSyria #Adessobasta, a 5 anni
dall'inizio del conflitto.Da qui un appello: "Di fronte alla peggiore
tragedia umanitaria dalla Seconda guerra mondiale, non si può più
rinviare: è necessario che i leader mondiali trovino la strada per
rafforzare l'unico barlume di speranza rappresentato dal fragilissimo
cessate il fuoco appena raggiunto". In questo "contesto atroce", a "farne le spese - denunciano - sono "i civili siriani stremati dall'inasprirsi del conflitto, dal blocco degli aiuti e dallo stato d'assedio in cui molti si trovano. Le grandi potenze mondiali, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu - come Russia, Stati Uniti, Regno Unito e Francia (4 su 5) - non hanno risolto l'emergenza umanitaria in atto
Un campo di profughi siriani in Libano (foto Sam Tarling / Oxfam)
"Chiediamo con forza ai leader mondiali di adoperarsi
per fare rispettare il cessate il fuoco affinché questo conduca ad un
accordo permanente per porre fine alle violenze e per garantire la
sicurezza e la protezione dei civili in Siria", afferma il
direttore
generale di Oxfam Italia, Roberto Barbieri . "A tale scopo è
indispensabile che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
prenda atto delle continue violazioni del diritto internazionale
umanitario perpetrate in Siria, anche da parte di alcuni dei paesi
membri, intervenendo il prima possibile per fermare il trasferimento
di armi alle parti in conflitto".