giovedì 5 maggio 2022
Ascoltate le testimonianze di 23 sopravvissuti alla tragedia e dei soccorritori. Gli esperti hanno analizzato le prove, anche con tecnologia 3 D, ma le autorità di Mosca continuano a negare
“L’attacco russo al teatro di Mariupol ha provocato 600 morti"

Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

«Tutte le persone sono ancora sotto le macerie, perché le macerie sono ancora lì e nessuno ha ancora scavato. È una grande fossa comune». Oksana Syomina ricorda tra le lacrime il raid russo che il 16 marzo scorso si è abbattuto sul Teatro di Mariupol. La donna è una della sopravvissute ascoltate dall’agenzia americana Associated Press (Ap), nell’ambito di un’inchiesta da cui è emerso uno scenario ancora più drammatico: sarebbero circa 600 le vittime civili, il doppio rispetto a quanto riferito finora. Il più alto numero di morti in un solo attacco dall’inizio del conflitto in Ucraina.

L’Ap, per ricostruire quanto avvenuto ormai quasi un mese fa nella “città martire” sulle rive del mar di Azov, ha ascoltato le testimonianze di 23 sopravvissuti e dei soccorritori. Ha studiato planimetrie dell’edificio rielaborate in 3D, con foto e video realizzati prima, durante e dopo il raid, affidandosi anche a valutazioni di esperti.

Molti sopravvissuti hanno stimato che circa 1.000 persone fossero all’interno al momento dell’attacco aereo. Chi si trovata vicino all’uscita principale e ad un ingresso laterale, è riuscito a fuggire, gli altri sono rimasti seppelliti dalle macerie. Inoltre almeno 100 persone erano in una cucina da campo appena fuori dall’edificio durante il raid e nessuna è sopravvissuta.
I russi hanno negato ogni responsabilità della strage, affermando che il teatro era stato demolito dalle forze ucraine ed era servito come base militare ucraina. Nessuno dei testimoni, invece, ha visto soldati ucraini all’interno dell’edificio, ha riferito l’Associated Press. E nessuno ha dubitato che il teatro fosse stato distrutto in un attacco aereo russo mirato.

Il teatro sorgeva in una piazza nel cuore di Mariupol da più di 60 anni. Nei giorni successivi all’invasione russa le autorità locali lo avevano adibito a rifugio antiaereo, per le dimensioni, le mura robuste e l’ampio seminterrato. Il primo giorno si erano presentate 600 persone, nei giorni successivi molte altre. Una settimana prima del bombardamento, lo scenografo del teatro aveva usato della vernice bianca per scrivere la parola «bambini» in cirillico sul marciapiede esterno, nella speranza di scongiurare un attacco dall’alto.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: