martedì 2 luglio 2013
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Gli Usa che spiano l’Ue e i suoi Stati membri? Niente di nuovo, del resto si sa che gli Stati Uniti si fidano sempre meno dei loro alleati europei, starà a questi, semmai, migliorare le proprie difese anti-spionaggio. La vede così Eric Denécé, 46 anni, ex 007 francese, in servizio anche in luogo remoti come Cambogia e Birmania, già consigliere del ministero della Difesa di Parigi per le forze speciali e oggi direttore del Centro Francese di Ricerca sui servizi (CF2R) di Parigi e a capo di una società di consulenza sulla gestione dei rischi. «Certamente le rivelazioni di Snowden hanno fatto rumore – dice – ma in realtà gli addetti ai lavori lo sapevano, non c’è niente di sorprendente. Da anni è noto che tutti gli Stati europei sono spiati da Washington».Allude alla vicenda dello scandalo sul sistema di ascolto anglo-americano Echelon?Per esempio. Quella storia è saltata fuori nel 2001, e ci fu pure un libro verde dell’Ue. Da allora non solo le cose non sono cambiate, anzi Washington ha aumentato le attività di spionaggio sugli europei, di tipo commerciale e politico.Quello commerciale è chiaro: spionaggio industriale. Ma perché anche quello politico, con alleati con cui parlano tutti i giorni?Glielo spiego subito: semplicemente, gli americani si fidano sempre meno dei loro alleati europei. Si ricordi l’opposizione di Berlino alla guerra in Iraq, o, per parlare del suo Paese, degli stretti contatti tra Silvio Berlusconi e il presidente russo Vladimir Putin. E li preoccupano certe posizioni sulla Siria. Anche dei francesi si fidano poco. Secondo lei questo scandalo cambierà qualcosa?Certo che no, gli Stati Uniti continueranno a spiare come e più di prima, al di là di qualche dichiarazione conciliante che potranno fare. Anzi, come si sta vedendo in questi mesi, la loro rete di spionaggio si espande senza sosta, i dati dei passeggeri aerei, quelli dei social network e via dicendo. E allora? Gli europei dovranno subire passivamente?Gli europei dovranno migliorare le proprie difese anti-spionaggio. E cioè ad esempio Paesi come l’Italia e la Francia dovranno rassegnarsi a investire molto di più sulla difesa delle proprie comunicazioni. Per gli hacker al servizio del Pentagono non è molto difficile decifrare i codici italiani o francesi. Una guerra di spie tra le due rive dell’Atlantico?Ma no. È dagli anni Cinquanta che Paesi di “frontiera” con l’allora Cortina di Ferro, come la Germania Ovest o l’Italia, sono sotto osservazione dei servizi Usa. Del resto guardi, quando dico che gli europei devono rafforzare il proprio anti-spionaggio mi riferisco anche ad attacchi spionistici da altre parti, ad esempio dalla Cina e dalla Russia. Semmai comunque la vera novità è un’altra.E cioè?Quello che è nuovo, e inquieta, non è il fronte internazionale, dove spiarsi è per così dire “legittimo”. Piuttosto, è il modo massiccio in cui le autorità americane hanno cominciato a spiare i propri stessi cittadini, in barba alla Costituzione. Se continuano così, gli Stati Uniti si trasformeranno da grande democrazia in uno stato poliziesco, totalitario. E questo è gravissimo. Sembra «1984» di Orwell...Proprio così. È questo il vero allarme.
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