giovedì 14 luglio 2022
"Nessuno ci protegge". L'ondata di violenze ha preso di mira soprattutto scuole, istituzioni e luoghi di culto. Sono tre i religiosi assassinati dall'inizio dell'anno
Un poliziotto sul luogo di uno dei massacri in Nigeria

Un poliziotto sul luogo di uno dei massacri in Nigeria - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

"Siamo ormai una specie in via d’estinzione". È questo l’appello provocatorio che arriva dalla Chiesa nigeriana dopo la lunga serie di rapimenti e uccisioni contro i propri membri durante gli ultimi mesi. Da gennaio sono stati almeno 18 i sacerdoti sequestrati e tre quelli rimasti uccisi durante la prigionia.

"Sono stati fatti tentativi per chiedere aiuto al governo a vari livelli", assicura una nota della fondazione di diritto pontificio Aiuto alla chiesa che soffre (Acs).

"Come ha già osservato la Conferenza episcopale nigeriana, è chiaro alla nazione che il governo ha fallito nel suo dovere primario di tutelare la vita dei cittadini nigeriani. Il nostro cammino ministeriale – continua il comunicato – consiste nell’annuncio della Parola di Dio e ciò implica che portiamo con noi i libri sacri e non le armi". In un atto di disperazione, alcuni Stati federali nigeriani avevano dato tempo fa il permesso ai loro cittadini di armarsi. L’ondata di violenze causata da gruppi di banditi e dai militanti islamici di Boko Haram ha preso di mira soprattutto scuole, istituzioni, basi militari, e luoghi di culto. Nell’ultimo periodo, però, è radicalmente aumentato il numero dei sacerdoti cattolici vittime di sequestri e assassinii.

Solo a luglio, aggiunge la nota, sono stati cinque i religiosi rapiti da criminali e rilasciati dopo il pagamento di un riscatto o, raramente, in seguito a un intervento delle forze di sicurezza. «Noi sacerdoti rifiutiamo esplicitamente qualsiasi risposta che implichi la forza o la violenza – ha riferito l’Associazione dei sacerdoti cattolici diocesani nigeriani (Ndcpa) –. Mettiamo inoltre in dubbio il presunto beneficio derivante dalla nostra partecipazione alle proteste di piazza». Le violenze sono aumentate di frequenza nel nord-ovest della Nigeria verso la fine del 2019, quando centinaia di studenti sono stati bersagliati da vari gruppi armati, con la collaborazione dei militanti islamici nel nord-est.

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, previste per febbraio, lo scorso marzo, c’è stato un cambio di rotta verso il rapimento di religiosi in tutto il territorio nigeriano. L’attacco di giugno contro una chiesa, durante la Messa domenicale di Pentecoste, nel sud del Paese ha causato 40 vittime. Da allora numerosi religiosi, anche se per breve tempo, sono finiti nelle mani di sequestratori il cui obiettivo primario sembra essere il denaro di persone che non vogliono difendersi con la violenza.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI