venerdì 13 ottobre 2017
Don Maurizio Pallù, appartenente al Cammino neocatecumenale, era da tre anni in missione nel Paese africano. Papa Francesco prega per lui.
Don Maurizio Pallù mentre celebra la Messa

Don Maurizio Pallù mentre celebra la Messa

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Un sacerdote italiano è stato sequestrato in Nigeria. Don Maurizio Pallù, legato al Cammino neocatecumenale, era da tre anni in missione nel Paese africano. Da quanto si apprende, sarebbe stato rapito da un gruppo armato mentre si trovava con altre quattro persone nei pressi di Benin City.

I rapitori avrebbero sequestrato il sacerdote dopo aver rapinato il gruppo. Questo lascia aperta l'ipotesi che si possa trattarsi di una banda di delinquenti comuni, piuttosto diffusi in quell'area del Paese, che potrebbero avere intenzione di chiedere un riscatto.

“Per ora non abbiamo buone notizie ma abbiamo fiducia e continuiamo a sperare che a breve don Maurizio venga liberato - ha detto l’Arcivescovo di Abuja, capitale della Nigeria, il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, in un’intervista a Tv2000 -. Le forze dell’ordine stanno facendo del tutto per rintracciarlo. Tra poco i rapitori dovranno rilasciarlo perché non è facile portare in giro un italiano nel bosco senza essere visti. Anche noi abbiamo mobilitato e impiegato tutte le forze possibili. Dobbiamo continuare a pregare perché prima o poi verrà rilasciato”.

“Ho parlato con l’arcivescovo di don Maurizio – ha aggiunto il card. Onaiyekan - perché è qui con me insieme agli altri vescovi della Nigeria per celebrare la festa dell’anno mariano che si conclude oggi. Anche l’Arcivescovo è in attesa di buone notizie. Con don Maurizio non c’erano suore ma solo altri passeggeri”.


"Papa Francesco è stato informato del sacerdote italiano rapito in Nigeria, don Maurizio Pallù, e sta pregando per lui". Lo riferisce via Twitter il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke.

Anche nella diocesi di Roma si segue con ansia la vicenda. “Monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, è stato avvisato del sequestro del sacerdote della diocesi di Roma in missione nel sud della Nigeria. Vive insieme a tutta la Chiesa di Roma un’apprensione, sperando e pregando, soprattutto, che questo suo figlio possa tornare presto in libertà ed essere riabbracciato e riaccolto dalla sua Chiesa madre”, dice all'Agenzia Sir don Walter Insero, responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. C’è apprensione e preoccupazione – aggiunge don Insero – ma allo stesso tempo la Chiesa si unisce in preghiera, pregando per lui e per la sua liberazione”.

“Sono sconcertato e preoccupato da questo atto vile, che va a colpire un annunciatore del Vangelo e un operatore di pace. La preghiera è l’arma più forte che abbiamo in questo momento, per essere vicini a questo fratello e per chiedere che possa prontamente tornare a quella libertà della quale è stato ingiustamente privato”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana.

“Mentre celebriamo l’Ottobre missionario e a Brescia proprio in questi giorni è in corso il primo Festival nazionale dedicato alla Missione – osserva il Cardinale – fatti come questo ci ricordano come la testimonianza offerta in prima persona rimanga la prima forma di missione. Penso con legittimo orgoglio e riconoscenza ai tanti, uomini e donne, partiti dalle nostre comunità ecclesiali per condividere a ogni uomo la speranza che viene dal Signore. In questa circostanza mi faccio interprete di tutta la Chiesa italiana conclude nell’esprimere la nostra vicinanza solidale, la nostra preghiera e anche la nostra disponibilità a lasciarci interrogare da queste vite donate nelle periferie del mondo”.

Sulla vicenda è al lavoro l'Unità di crisi della Farnesina, mentre la procura di Roma ha aperto un fascicolo coordinato dal pm Sergio Colaiocco.

Don Maurizio ha 63 anni, originario di Firenze, dove ha incontrato il Cammino neocatecumenale, è stato missionario laico per 11 anni in diversi Paesi del mondo. Poi nel 1988 è entrato in seminario, al Redemptoris Mater di Roma. Dopo avere operato come cappellano in due parrocchie romane è stato inviato in Olanda, dove è diventato parroco nella diocesi di Haarlem. Quindi è ripartito per l'africa, dove è andato a lavorare nell'arcidiocesi di Abuja, in Nigeria. E' un "presbitero itinerante" della Fondazione Famiglia di Nazareth per l'evangelizzazione itinerante.

Una zona ad alto rischio rapimenti: altri 4 sacerdoti rapiti, uno ucciso

Lo stato di Edo, di cui Benin City è la capitale, è un'area ad alto rischio rapimenti. Il 27 settembre è stato sequestrato anche don Lawrence Adorolo, parroco della chiesa di San Benedetto di Okpella. Monsignor Gabriel Dunia, vescovo di Auchi, nel condannare il rapimento del sacerdote all'Agenzia Fides, definito un «atto abominevole», rivelò che «i rapitori si sono fatti vivi per chiedere un riscatto alla Chiesa». Ma la «Chiesa non paga riscatti» disse il vescovo, confermando la linea adottata da tempo dalla Conferenza episcopale nigeriana di respingere ogni richiesta di riscatto da parte dei sequestratori di sacerdoti e religiosi. Non si tratta infatti
di operazioni legate ad odio religioso, ma spesso sono compiute da gruppi di criminalità comune che puntano ai riscatti.

Nei giorni precedenti a questo episodio uomini armati avevano rapito anche il direttore del parco naturale di Ogba di Benin City, uccidendo tre poliziotti.

Secondo quanto appreso dall’agenzia di stampa, solo quest’anno sono stati rapiti altri tre sacerdoti nel sud della Nigeria. Padre Samuel Okwuidegbe, gesuita, era stato prelevato da sconosciuti il 18 aprile sulla strada che collega Benin City a Onitsha e
poi liberato il 22 aprile. Il 18 giugno scorso un blitz della polizia ha invece liberato padre Charles Nwachukwu, della diocesi di
Okigwe
, nello Stato di Imo (nel sud-est della Nigeria): il religoso era stato stato rapito da cinque uomini armati il 16 giugno.

L’episodio più drammatico è invece quello
avvenuto il primo settembre con il rapimento e l’uccisione di padre Cyriacus Onunkwo sempre nello Stato di Imo: il suo corpo era stato trovato il giorno dopo vicino al villaggio di Omuma.

Da due anni non si hanno invece notizie di padre Gabriel Oyaka, religioso nigeriano della Congregazione dello Spirito Santo, rapito il 7 settembre 2015.

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