lunedì 8 ottobre 2018
La consultazione per approvare la riforma costituzionale non ha raggiunto il quorum necessario del 30 per cento
Una donna vota a Bucarest al referendum sulla riforma costituzionale (Ansa)

Una donna vota a Bucarest al referendum sulla riforma costituzionale (Ansa)

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È fallito il referendum sulla riforma costituzionale che voleva rendere esplicita la definizione di matrimonio come «unione tra uomo e donna». La consultazione popolare, dopo l'approvazione in Parlamento della modifica costituzionale, è fallita perché non è stato raggiunto il quorum richiesto del 30% di votanti. Alle urne, infatti, sabato e domenica, si è recato il 20,4 % dei 18 milioni degli aventi diritto al voto. La Coalizione della famiglia, di cui fanno parte insieme agli ortodossi anche l'Associazione delle famiglie cattoliche Vladimir Ghika e l'Azione Cattolica di Romania, hanno accusato i partiti per «il boicottaggio generale» delle urne. Il patriarca Daniel, alla guida della chiesa ortodossa in Romania, durante il sermone domenicale aveva esortato i fedeli ad andare a votare «così che non sia troppo tardi».Si tratta di una sconfitta netta per le associazioni e le forze politiche (Psd, il partito di governo, e Pnl in primis) favorevoli al sì. Il patriarca Daniel e la chiesa ortodossa nei giorni precedenti alle votazioni avevano fatto una massiccia campagna elettorale a favore del sì. In una esortazione alla vigilia del voto la Conferenza episcopale romena aveva spiegato che «il termine coniugi potrebbe generare degli equivoci» e per questo «è necessario precisare che soltanto l’unione liberamente contratta da un uomo e una donna può essere chiamata matrimonio».Il fallimento del referendum è stato salutato con favore dal gruppo per i diritti Lgbt Accept e dal leader dei socialdemocratici del Parlamento europeo, Udo Bullmann.

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