mercoledì 1 agosto 2018
Lo stop è arrivato all'ultimo minuto: un magistrato ha fermato, poco prima che divenisse legale, la distribuzione delle istruzioni in 3D per fabbricare armi in plastica invisibili ai metal detector
Cody Wilson, fondatore della Defense Distributed, con la pistola di materiale plastico prodotta con la stampante 3D (Ansa)

Cody Wilson, fondatore della Defense Distributed, con la pistola di materiale plastico prodotta con la stampante 3D (Ansa)

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Lo stop è arrivato all'ultimo minuto: in Usa un giudice ha bloccato all'ultim'ora, poco prima che divenisse legale, la distribuzione online delle istruzioni in 3D per fabbricare armi da fuoco.
Da oggi, primo agosto, doveva essere legale negli Stati Uniti scaricare da Internet i progetti e i codici per stamparsi una "pistola fantasma" con una stampante 3D. Ma in realtà i progetti erano già scaricabili dal 27 luglio. E, secondo la rivista Wired, erano già stati "scaricati migliaia di volte". Lo sconsiderato progetto, in un Paese periodicamente sconvolto da stragi di massa spesso compiute con armi acquistate legalmente, era frutto di un accordo del governo di Donald Trump con l'azienda che vuole commercializzare i piani.

Ma in realtà la stessa posizione dell'amministrazione Trump è confusa: martedì era sceso in campo lo stesso presidente americano per dirsi perplesso: "Sto esaminando le pistole di plastica stampate in 3D, vendute al pubblico. Ho già parlato con la Nra (la potente lobby delle armi, ndr) e non sembra
avere molto senso!". Per adesso comunque c'è lo stop della giustizia, anche se solo temporaneo: il giudice federale, Robert Lasnik, di Seattle, nello Stato di Washington, ha accettato la richiesta dei pubblici ministeri di otto Stati diversi e del Distretto di Columbia, dove c'è la capitale Washington, definendo l'accordo con il gruppo Defense Distributed come "arbitrario e capriccioso".Venti procuratori dello Stato avevano anche scritto al ministro della Giustizia, Jeff Sessions, e al segretario di Stato, Mike Pompeo, per denunciare l'accordo tra il governo e l'azienda: si tratta di un accordo "profondamente pericoloso che potrebbe avere un impatto senza precedenti sulla sicurezza pubblica".
A giugno, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il governo federale aveva autorizzato Difense Distribuited a caricare online gli schemi numerici per fabbricarsi da soli, in casa, un'arma da una stampante 3D. L'oggetto è di plastica, ma funziona come una vera e propria arma; e potenzialmente è non rintracciabile né rilevabile dai metal detector. Il tema è molto "sensibile" negli Stati Uniti dove ogni anno circa 30.000 persone muoiono per spari da armi da fuoco: il Paese è profondamente divisa sul tema del controllo delle armi personali, ma negli ultim tempi è sempre più crescente il movimento che chiede una maggiore regolamentazione.
Ancora più sorprendente è che Trump stesso sembra opporsi a questo nuovo modo di armarsi: i maligni sostengono che altro non sia che l'espressione del risentiumento da parete della lobby delle armi per un dispositivo non trodotto tradizonalmente nelle fabbriche. La Nra non si è espressa sul tema, ma è chiaro a tutti gli osservatori che non veda di buon occhio questa nuova competizione.

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