venerdì 19 febbraio 2021
La riforma rappresenta la proposta più coraggiosa in tema di immigrazione negli Usa degli ultimi 30 anni. Ma si scontra con i repubblicani che insistono sul muro al confine messicano
Migranti in cerca di asilo negli Usa vicino al Rio Bravo, in Messico

Migranti in cerca di asilo negli Usa vicino al Rio Bravo, in Messico - Reuters

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Joe Biden affronta senza ritardi il nodo immigrazione e presenta alla Camera Usa, insieme a una decina di deputati democratici, la sua riforma per la naturalizzazione di 11 milioni di immigrati illegali.

La riforma rappresenta la proposta più coraggiosa in tema di immigrazione negli Usa degli ultimi 30 anni, permettendo a tutti gli stranieri senza permesso di soggiorno di acquisire immediatamente il diritto di vivere, lavorare e studiare negli Usa se passano un controllo di background e accettano di pagare le tasse.

Dopo 5 anni di studio o lavoro, gli immigrati potrebbero richiedere la residenza permanente negli Stati Uniti e l’opportunità di ottenere la cittadinanza dopo altri tre anni. La durata massima del percorso, dalla paura della deportazione al passaporto, Usa sarà quindi di otto anni. Il disegno di legge spazzerebbe, inoltre, via le restrizioni basate sulla famiglia, rendendo più facile e veloce per coniugi e figli unirsi ai loro cari già nel Paese.

E amplierebbe i visti per i lavoratori per consentire a più stranieri di entrare negli Stati Uniti per prestare i loro servizi. In questo modo Biden intende mantenere una serie di promesse elettorali, tra le quali quella di garantire un percorso verso la cittadinanza agli immigrati senza documenti, a partire dei dreamer, gli stranieri arrivati negli Usa da bambini al seguito dei genitori.

L’inversione di marcia radicale rispetto all’Amministrazione di Donald Trump viene anche dalle scelte del linguaggio usato nel testo: si sostituisce il termine alien, straniero, con quello noncitizen che «meglio riflette i sentimenti del presidente Biden nei confronti dell’immigrazione», ha sottolineato il presidente Usa.

La legge garantirà, inoltre, un accesso rapido alla green card anche ai lavoratori stagionali agricoli e ai profughi entrati negli Usa negli anni Novanta con lo status temporaneo di rifugiati. Se verrà approvata, sarà la prima grande riforma dell’immigrazione passata dal Congresso dal 1996, dopo diversi tentativi e fallimenti da parte di altri presidenti. Ma anche se i democratici hanno il controllo del Congresso, al Senato vanno bisogno del voto di almeno 10 rappresentanti del Gop per superare l’ostruzionismo e far avanzare la proposta. E il loro sostegno è tutt’altro che garantito.

I repubblicani, che hanno già ritardato la conferma del ministro della Sicurezza Interna per protestare contro lo stop ordinato da Biden alla costruzione del muro con il Messico, ritengono la nuova politica sull’immigrazione troppo radicale, temendo che porterà ad un assalto alla frontiera Sud. La misura arriva inoltre in un momento in cui il presidente e i legislatori democratici sono già alle prese con un’altra importante impresa legislativa: quella di approvare un pacchetto da 1.900 miliardi di aiuti per il coronavirus.

Entrerà in vigore oggi stesso, intanto, l’ordine esecutivo con il quale Biden ha permesso l’ingresso negli Usa ai rifugiati che hanno chiesto asilo sotto l’Amministrazione Trump ma sono stati costretti a attendere in Messico un’udienza davanti a un giudice. Ci saranno tre posti di confine terrestri dove le persone con casi di asilo pendenti saranno accolte. Il primo gruppo riguarderà circa 25mila profughi, ammessi al ritmo di 300 al giorno.



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