giovedì 11 ottobre 2018
Due segnali incoraggianti dagli Stati Uniti all'Asia. Invece il Bangladesh la estende per i reati di droga
Lo Stato di Washington abolisce le esecuzioni. E anche la Malaysia
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Tre notizie sulla pena di morte che vanno in direzioni diverse. La Corte Suprema dello Stato di Washington ha stabilito che la pena di morte viola la sua costituzione. Si allunga così l'elenco degli Stati Usa per i quali il ricorso al boia è illegittimo e incostituzionale, perché si tratta - viene sottolineato - di una imposizione decisa in maniera "arbitraria" e spesso sulla base di motivazioni razziali. La sentenza ordina quindi che per tutte le persone attualmente nel braccio della morte la pena venga tramutata in ergastolo.

Dall'altra parte del mondo, ancora il governo della Malaysia ha deciso di abolire la pena di morte con una decisione fortemente richiesta dai gruppi per i diritti umani. Il ministro delle Comunicazioni e del Multimediale, Gobind Singh Deo ha annunciato: "Il governo ha accettato di abolire la pena di morte. Spero che la legge sarà presto modificata".

Dei 56 Paesi del mondo nei quali resiste la pena di morte, già 28 sono comunque abolizionisti di fatto.

Il governo del Bangladesh ha invece approvato un testo che prevede la pena di morte per i reati di droga, mesi dopo il giro di vite anti-droga che ha portato all'uccisione di centinaia di persone. L'iter per l'approvazione del testo prevede numerose procedure parlamentari. Diverse Ong per i diritti umani hanno denunciato uccisioni extragiudiziali e arresti arbitrari.

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