mercoledì 17 giugno 2020
Cancellato il 60% dei voli nella capitale cinese, poste in lockdown 90mila persone, sospese le importazioni di salmone. Casi record in sei Stati americani
Passeggeri bloccati all'aeroporto di Pechino per i voli cancellati a causa del nuovo focolaio di coronavirus

Passeggeri bloccati all'aeroporto di Pechino per i voli cancellati a causa del nuovo focolaio di coronavirus - Reuters

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Con il numero di morti totali per Covid-19 che ha ormai superato quota 443mila nel mondo, a far paura sono soprattutto i nuovi focolai, quelli che rischiano di innescare già la temuta seconda ondata. Negli Usa – dove il bilancio delle vittime ha superato anche quello della prima guerra mondiale (116.963 i morti per Covid contro i 116.516 di quel conflitto – in sei Stati si è registrato nelle ultime 24 ore un numero record di casi. Dalla Florida al Texas, passando per l’Arizona, l’Oklahoma, l’Oregon e il Nevada, la paura torna a salire proprio quando le amministrazioni locali avevano iniziato a riaprire le attività economiche dopo l’allentamento del lockdown che era stato imposto per contenere i contagi.

Al Tucson Medical Center in Arizona resta un solo posto disponibile in terapia intensiva. “Speriamo che nei prossimi giorni possa essere ampliata - ha scritto su Twitter il medico Steven Oscherwitz, esperto in malattie infettive all'ospedale -. "La maggior parte degli ospedali dell'Arizona sono ora al completo, non siamo sicuri di poter assistere le persone che avranno bisogno della terapia intensiva". Nell'Oregon si cerca di gestire il focolaio che si è registrato nella chiesa pentacostale della Contea Union, alla quale vengono collegati oltre duecento nuovi positivi al Covid-19. In Texas, secondo il governatore Greg Abbott, il notevole aumento di casi va di pari passo con un aumento dei test condotti. Abbott rassicura inoltre che sono ancora 15mila i posti letto a disposizione nelle terapie intensive. Lo scenario è ancora gestibile, ha dichiarato il responsabile sanitario del Texas John Hellerstedt, "ma la situazione può cambiare".

Di certo è cambiata, e rapidamente, la situazione a Pechino. Nella capitale cinese è stato cancellato oltre il 60% dei voli commerciali mentre sale l’allerta in seguito a un nuovo focolaio di coronavirus in città. Pechino ha adottato una serie di misure per limitare i viaggi dentro e fuori la città. La capitale cinese aveva essenzialmente sradicato i contagi locali ma negli ultimi giorni ci sono stati 137 nuovi casi totali, anche se senza nuovi decessi.

Le autorità hanno aumentato i test (la capacità è di 400mila al giorno) e le misure di lockdown in alcune zone. Molti dei nuovi casi sono stati collegati al mercato all'ingrosso di Xinfadi: testati gli operatori, chiunque vi sia stato nelle ultime due settimane e chiunque sia entrato in contatto con queste persone. Le comunità residenziali intorno al mercato, circa 90mila persone, sono state messe in lockdown. Le autorità – che a marzo avevano dichiarato la vittoria sul virus - stanno anche vietando ai residenti delle aree considerate ad alto rischio di lasciare Pechino e coloro che abitano in queste zone e sono già partiti, sono stati richiamati e devono presentarsi al più presto agli uffici sanitari locali. Pechino è in una “situazione critica”, occorrono “sforzi speciali” per il contenimento del virus, ha sottolineato il portavoce della capitale cinese, Xu Hejian. È "una guerra molto dura e un grande test per Pechino", ha aggiunto.

Sul banco degli imputati questa volta in Cina è finita una delle prelibatezze della tavola: le autorità hanno sospeso le importazioni di salmone dai fornitori europei. Prima era stato incastrato il tagliere su cui veniva tagliato il salmone - "importato" - nel mercato di Xinfadi. Poi i principali supermercati di Pechino hanno fatto sparire il salmone dagli scaffali, mentre i ristoranti lo toglievano dai loro menu. E questo nonostante gli esperti sostengano che sia molto difficile che il pesce di per sé possa aver veicolato il virus. Ma il salmone - "importato" - è stato comunque “incastrato”.

Torna la preoccupazione anche in Nuova Zelanda, che in totale ha registrato solo 1.500 casi e 22 decessi. Martedì, a otto giorni dalla dichiarazione di Paese “Covid-free”, le autorità sanitarie hanno dato notizia di due nuovi contagi, i primi in quasi tre settimane. Si tratta di due donne, parenti, tornate dal Regno Unito. La premier Jacinda Ardern Ardern ha annunciato l'invio di militari alle frontiere per controllare gli ingressi nel Paese, parlando di un "errore inaccettabile": sarà ora affidato ai militari il controllo dei nuovi arrivati nel Paese e il rispetto del loro periodo di quarantena, ha aggiunto. Intanto le autorità sanitarie stanno rintracciando 320 persone che hanno avuto "contatti stretti" con le due donne positive: saranno tutti esortati a sottoporsi al test per il Covid-19.

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