venerdì 25 novembre 2016
Le autorità cinesi vogliono contenere la crescita della capitale. Chiudono fabbriche e scuole. E i figli dei migranti restano senza istruzione
Pechino nella morsa dello smog (Reuters)

Pechino nella morsa dello smog (Reuters)

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Mastodontica, tentacolare. E al limite del collasso. Un dato su tutti: sono 5,62 milioni le automobili che ogni giorno la attraversano. La Cina deve fare i conti con un’esplosione demografica che mette a rischio la tenuta ambientale della sua capitale. In un decennio la popolazione di Pechino è cresciuta di sei milioni di residenti, arrivando a sfiorare quota 22 milioni. E le autorità cinesi, per una volta, sono costrette a praticare l’arte della pianificazione non all’insegna del gigantismo, ma dell’imbrigliamento. L’ordine è contenere la crescita. Come riporta il Wall Street Journal, le autorità di Pechino mirano a ridurre la popolazione del centro cittadino del 15 per cento entro il 2020. Allontanando due milioni di persone. Qualche risultato è stato raggiunto, ma inferiore alle attese. Come si legge su Caixin, nei primi nove mesi dell’anno il numero di residenti del centro si è contratto di 96mila unità, pari a circa un quarto dell’obiettivo fissato. Senza contare il flagello dello smog. L'inquinamento ogni anno provoca in Cina 1,6milioni di morti, 4.400 al giorno.

Via i migranti

Ma come avviene il contenimento? Le autorità cittadine stanno letteralmente espellendo dalla metropoli una serie di attività produttive: sono stati trasferiti almeno 150 mercati all’ingrosso, chiuse 174 fabbriche. Nel mirino sono finiti i migranti, una parte tradizionalmente fluttuante, debole perché priva di diritti, della popolazione cinese, un esercito, quello dei migranti, che oggi conta in tutto il gigante asiatico 247milioni di persone. Le autorità di Pechino hanno deciso di chiudere una serie di istituti frequentati dai figli dei lavorati migranti. L'obiettivo è trasparente: impedire che i migranti rimangano nella capitale. Obiettivo mancato. I minori non abbandonano la capitale, nella quasi totalità dei casi decidono di rimanere con i genitori. Senza scuola.

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