lunedì 31 gennaio 2022
Nel sobborgo pakistano di Peshawar, padre William Siraj, 75 anni, è stato colpito da uomini armati in motocicletta mentre era in auto. Insieme a lui due religiosi, uno dei quali ferito
 Ucciso un pastore protestante in un agguato a Peshawar

Ansa

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Un pastore protestante, il 75enne William Siraj, è stato ucciso in un agguato a Peshawar, nel Pakistan Nord occidentale. Assieme a lui, altri due confratelli: padre Patrick Naeem che è rimasto ferito e un altro religioso che è illeso nell'imboscata.

Secondo la prima ricostruzione: i tre religiosi a viaggiavano in auto ad Hayatabad, sobborgo di Peshawar, nel Nordovest del Pakistan quando una motocicletta si è avvicinata e sono partiti i colpi d'arma da fuoco. A sparare uomini armati a bordo di una motocicletta sulla Ring Road, ancora non identificati. Il secondo religioso, padre Naeem Patrick, che viaggiava sulla stessa auto, è rimasto ferito ad una mano: ricoverato d’urgenza, le condizioni sono stabili. Illeso invece il terzo prete, anch'egli sulla vettura.

"William Siraj è stato colpito da due proiettili all'addome ed è morto sul colpo" è la versione riferita dalla polizia locale all'Ansa, aggiungendo che padre Naeem rimasto ferito è stato trasferito in ospedale: sembra che non sia in pericolo di vita.

La polizia locale sta passando al setaccio tutto quanto possa essere di aiuto per comprendere il movente dell’omicidio e si cercano testimonianze che possano far luce sull’accaduto visto che al momento l’agguato non è stato rivendicato. Le forze dell’ordine hanno precisato che l’area è sotto sorveglianza e che le telecamere installate nel vicino mercato saranno esaminate dalla squadra investigativa.

Nessuno finora ha rivendicato l'attacco, ma nella regione c'è stato di recente un aumento dei raid del gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan, affiliato ai talebani afghani.

Forte condanna è stata espressa dai leader della Chiesa del Pakistan, tra cui il il vescovo Azad Marshall e il vescovo della diocesi di Peshawar, Humphrey Peters. "La leadership della Chiesa del Pakistan - ha affermato il vescovo Azad - è senza parole per questo vile attacco". A nome della comunità, viene invocata "giustizia e protezione dei cristiani da parte del governo pakistano".

Il primo ministro della provincia di Khyper Pakhthun Khwa (KPK), Mehmood Khan, assicurando l'impegno delle forze di polizia per arrestare i colpevoli, ha affermato: "È un atto esecrabile; i colpevoli non potranno sfuggire. Questo attacco intende danneggiare l'armonia interreligiosa nella nostra provincia. Gli elementi coinvolti in questo attacco sono nemici della pace e della convivenza".
La chiesa dove operavano i due pastori era già stata teatro di un attacco terroristico: il 22 settembre 2013, due attentatori suicidi si sono fatti esplodere nella chiesa di "Tutti i Santi" a Peshawar dopo l'Eucarestia domenicale, uccidendo 127 persone e ferendo 170 persone.
In diverse città del Pakistan i cristiani si sono riuniti per condannare gli attacchi, accendendo candele e alzando la voce per invocare la protezione delle minoranze religiose che vivono in Pakistan. A Karachi, nel Sud del paese, l'organizzazione The Voice for Justice ha riunito i fedeli in una veglia di preghiera, chiedendo pace e giustizia ed esprimendo profonda solidarietà alla famiglie e alle comunità colpite.

L'episodio a Peshawar è solo l'ultimo di una lunga scia di sangue contro la minoranza cristiana del Pakistan, che è stata presa di mira più volte negli ultimi anni. Un servizio commemorativo per padre Siraj si terrà lunedì nella chiesa di Tutti i Santi di Peshawar, che venne brutalmente attaccata dai uomini armati con bombe e colpi di arma da fuoco nel 2013. Oltre 70 fedeli rimasero uccisi e 100 feriti.

Ma il Pakistan non è l'unico Paese dove è in atto una persecuzione anticristiana. Il vicino Afghanistan si colloca al primo posto per discriminazione (dopo 20 anni la Corea del Nord scende al secondo, anche se nello stesso Paese aumentano le persecuzioni), mentre sono oltre 360 milioni i cristiani che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione nel mondo (1 cristiano su 7), stando ai principali dati diffusi da Porte Aperte.



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