giovedì 2 giugno 2022
Secondo il rapporto Unicef pubblicato ieri «si tratta di una catastrofe di portata e velocità mai viste dalla Seconda guerra mondiale». Due piccoli su tre vivono da sfollati
In un fermo immagine tratto da un video pubblicato dalle forze armate ucraine il requiem per i bambini morti dell'Ucraina a Dobroslavska nella regione di Odesa, 1 giugno 2022.. La gente del posto ha mostrato i giocattoli dei bambini sulle sedie della scuola

In un fermo immagine tratto da un video pubblicato dalle forze armate ucraine il requiem per i bambini morti dell'Ucraina a Dobroslavska nella regione di Odesa, 1 giugno 2022.. La gente del posto ha mostrato i giocattoli dei bambini sulle sedie della scuola - ANSA/ FORZE ARMATE UCRAINE

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In un fosco e ininterrotto vortice di traumi psichici e fisici, la guerra in Ucraina continua quotidianamente a infliggere nuovi colpi d’ascia spietati alle loro speranze. E proprio fra loro, i bambini, miete le vittime piante più atrocemente: ogni giorno, più di 2 minori uccisi e 4 feriti direttamente dalle violenze, secondo una stima dell’Unicef contenuta in un report pubblicato ieri, in occasione della Giornata mondiale del bambino. Fra i risvolti più insostenibili dell’orrore in Ucraina, questo barbaro stillicidio quotidiano di piccole vite recise, ferite e profondamente traumatizzate è quello che più di ogni altro toglie il fiato in gola, aspirando le energie per allineare una parola dopo l’altra, al momento di riferire d’un pozzo cupo dentro cui pare a tratti non filtrare più luce.

Gli autori del report si sono sforzati d’oggettivare l’estensione della catastrofe in corso ormai da un centinaio di giorni, con tanti epicentri geografici di dolore più o meno raggiunti a intermittenza dai riflettori mediatici internazionali. Una catastrofe «di una portata e a una velocità mai viste dalla Seconda guerra mondiale», come la definisce l’Unicef, sottolineando che «tre milioni di bambini in Ucraina e oltre 2,2 milioni di bambini nei Paesi che ospitano rifugiati hanno adesso bisogno di assistenza umanitaria». In generale, 2 bambini ucraini su 3 conducono ormai una vita da sfollati, nel tentativo di trovare scampo dalle aree dei combattimenti più intensi.

La stima dei bambini uccisi, verificata dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani (Acnur), si riferisce principalmente ai decessi provocati da attacchi con armi esplosive in aree popolate. Un approccio che potrebbe ampiamente sottostimare la realtà totale della mortalità di minori, tenendo conto anche di altri effetti indiretti e sistemici del conflitto, comprese le difficoltà per il sistema ospedaliero di rispondere pienamente ai bisogni della popolazione. Nel capoluogo occidentale di Leopoli, le autorità hanno voluto simbolicamente mettere in scena «un tour che non si farà mai», rendendo omaggio alle vittime più giovani del conflitto: «Oggi, gli scuolabus gialli di Leopoli sono rimasti vuoti: 243 bambini ucraini non verranno mai più qui», ha dichiarato via Telegram il sindaco della città, Andriy Sadovoy, postando le foto dei bus senza bambini. Al loro posto, sui sedili, solo zainetti e pupazzi. Il Parlamento ucraino ha diramato ieri proprio la cifra ufficiale di 243 bambini morti dall’inizio dell’aggressione russa, accanto a 446 rimasti feriti.

Soprattutto dall’Est del Paese in fiamme, sono giunti dati angoscianti riferiti dalle autorità locali. Nella regione di Donetsk, quella della città martire di Mariupol, si contano 56 bambini uccisi e 97 feriti, secondo il governatore Pavlo Kyrylenko: «Centinaia di bambini sono rimasti orfani, decine di migliaia sono stati costretti a lasciare le loro case. La Russia ruba l’infanzia ai bambini ucraini». Cifre foscamente speculari anche dalla regione vicina di Lugansk, dove si piangono 52 bambini morti, ha riferito il governatore Sergeij Gaidai.

Il piccolo grande popolo dei bambini ucraini in fuga, sradicati e traumatizzati, fra cui già tantissimi orfani, resta esposto a pericoli d’ogni tipo, compresi abusi e forme varie di tratta, sottolinea l’Unicef: «Questi bambini hanno urgente bisogno di sicurezza, stabilità, servizi di protezione dell’infanzia e supporto psicosociale, soprattutto coloro che sono non accompagnati o sono stati separati dalle famiglie. Ma più di ogni altra cosa, hanno bisogno di pace». Sono ormai circa 300mila le famiglie vulnerabili registrate dal programma d’assistenza congiunto dell’Unicef e del governo ucraino.

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