venerdì 23 maggio 2014
Secondo gli exit poll sarebbero in calo rispetto a cinque anni fa, buono invece il risultato alle amministrative inglesi. Oggi anche Irlanda e Repubblica Ceca al voto.
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L'Olanda dice no agli antieuropeisti. Secondo gli exit-poll, resi noti alla chiusura dei seggi nel primo Paese che insieme alla Gran Bretagna ha aperto ieri il voto per il rinnovo del Parlamento europeo, il Pvv di Geert Wilders avrebbe ottenuto il 12,2% dei voti, contro il 17% di cinque anni fa, che dovrebbero valergli tre seggi contro i cinque conquistati nel 2009. I due partiti liberali, VVD e D66 avranno quattro deputati ciascuno, con una percentuale fra il 15 e il 16%. Davanti al Pvv dovrebbero finire anche i laburisti, con una percentuale fra il 12% e il 14%. "I sondaggi dopo il voto sono deludenti", ha ammesso Wilders, lamentando in particolare la scarsissima affluenza al voto, pari al 37%.Mentre si profila nettamente il successo degli euroscettici dell'Ukip in Gran Bretagna, dove ieri si è votato anche per le amministrative. Con 100 dei 172 Consigli dove si votava in Inghilterra e Irlanda del Nord il Partito Conservatore registra la perdita di 93 seggi, i laburisti ne conquistano 74 in più, i liberali ne perdono 72, mentre i nazionalisti del partito di Nigel Farage ne conquistano 84. I laburisti hanno inferto un duro colpo al primo ministro David Cameron, vincendo nei Consigli londinesi dove i conservatori avevamo tradizionalmente successo, come Hammersmith e Fulham, e a Cambridge. Anche l'Ukip ha fatto breccia nelle roccaforti dei Tories, come a Maidstone, Southend-on-Sea, Castle Point, Basildon e Brentwood. I risultati delle Europee verranno invece annunciati domenica sera, dopo la chiusura degli ultimi seggi nei 28 Paesi membri della Ue.

Urne aperte da stamattina anche in Irlanda e nel pomeriggio in Repubblica Ceca, mentre la maggior parte dei paesi voterà il 25 maggio. Si recheranno alle urne 380 milioni di europei in 28 paesi per scegliere 751 deputati. Oltre che in Italia l'onda di piena degli estremismi è attesa in Francia, Danimarca, Ungheria, Grecia e Austria. Nonostante sia la prima volta in cui l'elettorato europeo può scegliere indirettamente il futuro presidente della Commissione Ue, per i sondaggi l'affluenza sarà bassa, forse sotto il 43% del 2009.

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