lunedì 22 maggio 2017
Sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare. Martedì riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Alfano: spero se ne parli al G7 di Taormina
(Ansa)

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La Corea del Nord ha confermato stamani il lancio di un nuovo missile balistico di "media-lunga" gittata, il secondo in meno di una settimana. L'agenzia statale Kcna ha aggiunto che il leader nordcoreano, Kim Jong-un ha osservato il lancio del nuovo missile, il Pukguksong-2 (Stella polare-2, in coreano), noto anche come KN-15, e ha aggiunto che l'arma è pronta per essere dispiegata in contesti militari: è «un sistema d'arma per l'azione» e «un'arma strategica di successo».

Il leader nordcoreano ha aggiunto, secondo l'agenzia, che scienziati ed esperti militari «continueranno a produrre armi sempre migliori» per rafforzare «la capacità di un attacco nucleare». «Ora che i dati tecnici etattici soddisfano i requisiti del Partito, questo tipo di missile deve essere riprodotto in massa per armare le Forze Strategiche dell'Esercito Popolare Coreano» scrive l'agenzia. Il missile sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare, e il successo del lancio, ha dichiarato Kim, deve spingere il Paese a "diversificare e ammodernare" il proprio arsenale di armi nucleari.


Otto test missilistici in 5 mesi

Il missile è stato lanciato domenica da una località vicino a Pukchang, nella provincia del Pyongan Meridionale, in direzione est verso il Mar del Giappone: ha raggiunto un'altitudine massima di 560 chilometri e percorso una distanza di circa 500 chilometri. Si è trattato dell'ottavo test missilistico realizzato dal regime di Pyongyang dall'inizio dell'anno, e il secondo da quando il 10 maggio a Seul è arrivato il potere il nuovo presidente sudcoreano, Moon Jae-in.

Il test ha fatto seguito al lancio, lo scorso 15 maggio dello "Hwasong 12", un nuovo missile anch'esso a medio raggio che è considerato un passo in avanti importante nella corsa al riarmo del regime nordcoreano.

La condanna di Onu, Usa, Giappone e Sud Corea

Condannando il lancio, la Corea del Sud lo ha definito "spericolato e irresponsabile", e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione d'emergenza domani. La condanna è arrivata anche da Giappone e Stati Uniti.

La Cina: non esasperare le tensioni

La Cina si «oppone» ai test missilistici della Corea del Nord, ma al tempo stesso invita a evitare azioni che possano esasperare le tensioni. «La situazione nella penisola coreana è complessa e sensibile, invitiamo ancora le parti a mantenere la calma e a esercitare autocontrollo», ha detto Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri. L'esigenza primaria di Pechino è di allontanare dall'area sino-coreana l'ombra ingombrante degli Stati Uniti: a tale scopo ci sarebbe quasi un "patto segreto" fra il presidente Xi e il presidente americano Trump.

Il programma missilistico di Pyongyang

La Corea del Nord punta alla realizzazione di un missile balistico intercontinentale, ha affermato a gennaio Kim Jong-Un. Una settimana fa, poco prima dell'apertura a Pechino di un importante forum per la cooperazione internazionale, il regime di Kim Jong-un aveva lanciato un altro missile a raggio intermedio, lo Hwasong-12, in grado di raggiungere un bersaglio a una distanza di 4500 chilometri e di colpire, quindi, l'Alaska e labase statunitense di Guam, nell'Oceano Pacifico.

Lo sviluppo del programma missilistico di Pyongyang procede di pari passo con quello informatico. Secondo un'inchiesta condotta dall'agenzia Reuters, l'agenzia di spionaggio nord-coreana avrebbe creato un'unità speciale, la "180", dalla quale avrebbe lanciato alcuni degli attacchi informatici più efficaci, diretti soprattutto alle istituzioni finanziarie straniere, come nel caso del cyber-furto di 81 milioni didollari dagli uffici di New York della banca centrale del Bangladesh, lo scorso anno. Ci sarebbe anche un coinvolgimento della Corea del Nord nello sviluppo del malware Wannacry, che ha infettato oltre trecentomila computer in circa 150 Paesi, nonostante l'accusa venga definita «ridicola» da Pyongyang.

Alfano: spero se ne parli al G7 di Taormina

Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, interpellato dai giornalisti, ha detto che quanto sta avvenendo in Corea del Nord rappresenta una «questione molto delicata e preoccupante, che preoccupa il mondo intero». «Spero che se ne parli al G7 di Taormina e che i capi di Stato e di Governo possano parlarne in profondità per raffreddare quella che oggi appare come una minaccia caldissima». Il summit del G7 (Gruppo dei 7 Paesi più economicamente avanzati), in programma a Taormina venerdì 26 e sabato 27 maggio, riunisce i più influenti leader mondiali: dallo statunitense Trump al neo presidente francese Macron. A fare gli onori di casa sarà il presidente Paolo Gentiloni.

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