venerdì 1 settembre 2017
Continua la guerra contro le statue e i simboli "scomodi" esplosa negli Usa dopo gli scontri con i suprematisti bianchi a Charlottesville. Indignata la comunità italiana
Il Columbus Day a New York (Ansa)

Il Columbus Day a New York (Ansa)

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Anche il Columbus Day – che cade il secondo lunedì di ottobre e che celebra gli italiani in America attraverso lo spirito dell’esplorazione di Cristoforo Colombo – è caduto vittima della controversia sui simboli del passato americano. La città di Los Angeles, infatti, ha approvato l’eliminazione della festività e l’introduzione, al suo posto, della «Giornata delle popolazioni indigene »: delle vittime, cioè, del genocidio commesso dal navigatore genovese, almeno secondo una più recente rilettura delle sue imprese. La revisione dei personaggi storici commemorati con targhe o statue nelle piazze delle città statunitensi sta prendendo un posto centrale nella lotta contro l’odio e il razzismo riaccesa dagli scontri di Charlottesville tra i suprematisti bianchi – che difendevano i simboli confederati del Sud – e gli attivisti per i diritti civili.

La richiesta di eliminare i monumenti al generale della Guerra civile americana, Robert Lee – in quanto emblema della disuguaglianza razziale – si è presto allargata a mettere in dubbio la commemorazione di altri “eroi” del passato, risultando inoltre spesso in vandalismo. Ieri, in Yonkers, un sobborgo di New York, è stata decapitata una statua di Colombo, la quarta volta in dieci giorni, che la sua effigie è stata presa di mira, mettendo in allerta le autorità per il più famoso monumento al Columbus Circle. E a Chicago ci si sta già coalizzando per eliminare la colonna romana in onore del volo transatlantico del generale fascista Italo Balbo.

La statua del «padre della ginecologia moderna», Marion Sims – accusato di esperimenti su schiave di colore – posta al centro di una manifestazione sulla Quinta strada di New York ha poi forzato il sindaco Bill de Blasio a instaurare una Commissione di revisione dei monumenti della grande mela. Sotto pressione da parte dell’ampia comunità italoamericana, il primo cittadino di New York – anch’egli di origini italiane – ha però confermato la propria presenza alla parata del Columbus Day, e, in attesa delle conclusioni degli esperti, ha avanzato la proposta di accompagnare i monumenti controversi con una placca che spieghi il contesto storico degli eventi che hanno portato a commemorare il personaggio in questione.

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