lunedì 6 febbraio 2023
Il villaggio nella regione di Kharkiv, a dieci chilometri dal confine russo, è stato raso al suolo. La donna, disabile, non ha elettricità e gas e si riscalda solo con i tronchi donati dalla Caritas
La "legna solidale" portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile

La "legna solidale" portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile - Avvenire / Caritas di Kharkiv

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Il confine con la Russia è a poco più di dieci chilometri. Nulla è rimasta intatto nel villaggio di Svitlychne. E dire che era un insediamento modello dove Volodymyr Oleksandrovych Reva, un agricoltore locale dallo spirito filantropico, aveva contribuito a realizzare la “Casa della creatività”, un asilo, il parco giochi. Tutto distrutto dai missili. E su duecento famiglie che prima della guerra abitavano nell’agglomerato, ne resta soltanto una. È quella di Nadiya Drab. Lei è mamma e, anche, disabile. Sta con i figli. E sopravvive in questo angolo dell’Ucraina orientale così ad alto rischio. La vicinanza alla frontiera ne fa un bersaglio facile per i razzi di Mosca che vengono lanciati sulla regione di Kharkiv, la più colpita di tutto il Paese dall’inizio dell’invasione voluta da Vladimir Putin. «Nadiya vive senza elettricità – racconta Kateryna Zhuravska della Caritas di Kharkiv –; non ha la possibilità di andare in alcun negozio, in farmacia o dal medico». Troppo distanti per lei che ha problemi a muoversi. « E spesso trascorre le giornate nel seminterrato per ripararsi dai bombardamenti».

La 'legna solidale' portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile

La "legna solidale" portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile - Avvenire / Caritas di Kharkiv

A lei la Caritas greco-cattolica della seconda città dell’Ucraina porta regolarmente la “legna solidale”. È la risposta agli attacchi russi che continuano a distruggere gli snodi energetici per lasciare al buio e al freddo un’intera nazione. «Può sembrare banale donare tronchi da ardere – spiega Kateryna –. Invece è una sorta di salvagente per tanti che non possono più contare sul gas o su fonti di calore domestiche». Allora ecco il soccorso della comunità ecclesiale. Sono oltre 430 le famiglie riscaldate dalla Caritas locale che con i suoi volontari fa la spola fra il capoluogo e oltre trenta paesini per consegnare la legna che ripara dal “generale inverno”. «Privilegiamo le fasce più vulnerabili della popolazione – sottolinea l’operatrice –: ad esempio, gli anziani, le famiglie con più figli, le persone con disabilità, i malati, quanti sono rimasti feriti oppure hanno visto distruggere la propria abitazione, le famiglie che hanno perso i cari durante la guerra».

La 'legna solidale' portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile

La "legna solidale" portata dai volontari Caritas nei villaggi intorno a Kharkiv dove si vive senza elettricità, gas e acqua potabile - Avvenire / Caritas di Kharkiv

Un’area dove le difficoltà si toccano con mano è il distretto di Zolochiv in cui anche nei giorni scorsi una donna è stata uccisa da un colpo d’artiglieria. «Benché in una parte del territorio l’energia elettrica sia tornata – afferma Zhuravska – rimangono angoli che non sono ancora collegati alla rete elettrica. Chi è rimasto vive grazie a ciò che coltiva in proprio: dagli ortaggi ai cereali. E poi alleva il bestiame. Le giornate sono scandite dal ricorso alle candele per illuminare le stanze quando cala il sole e dall’uso della legna per riscaldarsi». La Caritas è una mano amica. «Purtroppo sono molti gli anziani che non possono più contare sul sostegno dei parenti perché spesso sono andati all’estero o in altre regioni dell’Ucraina – aggiunge Kateryna –. Si tratta di persone sole, magari con problemi di saluti, che non riescono a uscire di casa e talvolta neppure a fare una telefonata». E per la Caritas greco-cattolica il 2023 si apre con nuovi progetti umanitari in cantiere, a cominciare da quelli per chi si trova ancora nei territori occupati dalle truppe del Cremlino oppure nelle zone vicino al fronte dove gli attacchi russi devastano quotidianamente le case.

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