lunedì 1 marzo 2021
Ieri il giorno più sanguinoso dal colpo di stato del 1° febbraio: 18 morti. La condanna del segretario dell'Onu, Guterres, e del segretario di Stato americano, Blinken
Suor Ann Nu Thawng, delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, inginocchiata davanti alla polizia antisommossa

Suor Ann Nu Thawng, delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, inginocchiata davanti alla polizia antisommossa - Foto twittata dal cardinale Charles Bo

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Aung San Suu Kyi, l'ex leader di fatto del governo civile del Myanmar deposto dai militari, è riapparsa in videoconferenza durante la prima udienza del processo che la vede imputata per possesso illegale di walkie talkie e violazione delle norme sul distanziamento durante una manifestazione. Lo riferisce il suo avvocato, Khin Maung Zaw, secondo il quale la settantacinquenne appare "in buona salute". E' la prima volta che "the Lady" riappare in pubblico dopo l'arresto seguito al colpo di stato del 1° febbraio.

Durante l'udienza in videocollegamento, all'ex leader, premio Nobel per la pace, sono stati contestati anche i reati di "violazione delle legge sulla comunicazione e incitamento al disordine pubblico". L'avvocato non ha potuto parlare con la sua assistita prima del processo. La prossima udienza è fissata per il 15 marzo.

Dal primo febbraio Suu Kyi è agli arresti: è stata inizialmente detenuta dai militari nella sua residenza di Naypyitaw, ma i membri del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, non sono sicuri di dove si trovi attualmente. Per le accuse iniziali rischiava fino a tre anni di carcere. Se fosse condannata, le accuse contro di lei potrebbero essere usate dai militari per impedirle di partecipare alle elezioni che la giunta ha promesso si terranno tra un anno. Secondo il portale di notizie Myanmar Now, anche il presidente deposto Win Myint è accusato di "istigazione".

Nella domenica delle proteste almeno 18 morti e 30 feriti

Ieri nel giorno più sanguinoso per Myanmar dall'inizio delle proteste contro i militari sono rimaste uccise 18 persone negli interventi di militari e polizia contro le manifestazioni. Le forze di sicurezza hanno sparato sui dimostranti, oltre ad aver lanciato gas lacrimogeni, e fatto arresti di massa. Fonti dell'agenzia Onu per i diritti umani parlano di almeno 18 vittime e 30 feriti.

Gli spari sulla folla sono avvenuti a Yangon, Dawei, Mandalay, myeik, Bago e Pokokku. Le persone arrestate ieri sarebbero un migliaio, che si aggiungono ai 132 arresti precedenti, incluso quello di Suu Kyi. E' stato fermato anche un giornalista dell'Ap, Thein Zaw, impegnato a seguire la protesta.

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres e il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, hanno condannato la violenza.

La suora s'inginocchia davanti agli agenti. La denuncia del cardinale Bo

Il suo nome è sister Ann Nu Thawng ed è una religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello Stato del Kachin. Le foto che la riprendono inginocchiata davanti alla polizia antisommossa sono forse l’immagine-simbolo della giornata più difficile e sanguinosa ieri in Myanmar. A rilanciare la foto, da Yangon, è il cardinale Charles Bo, presidente dei vescovi del Myanmar, che segue con apprensione le manifestazioni in tutto il Paese. Lo riferisce l'agenzia Sir.

“Oggi, la rivolta è stata grave a livello nazionale”, scrive l’arcivescovo. “La polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone. In lacrime, suor Ann Nu Thawng implora e ferma la polizia affinché smetta di arrestare i manifestanti”.

“Il Myanmar è un campo di battaglia”, scrive l’arcivescovo Bo che assicura: “I cattolici in Myanmar hanno un chiaro piano nazionale di cooperazione a livello locale con le autorità di ogni livello. Siamo pronti a incoraggiare e mediare un dialogo nuovo e tempestivo tra le diverse parti”.

"L'azione della suora e la risposta della polizia che, al vedere la supplica della religiosa, si è fermata, hanno sorpreso molti di noi", ha commentato all'agenzia Fides Joseph Kung Za Hmung, direttore di "Gloria News Journal", il primo giornale cattolico su web in Myanmar. "Suor Ann oggi - ha continuato - è un modello per i leader della Chiesa: vescovi e sacerdoti sono chiamati a uscire dalle loro zone di comfort e a prendere esempio dal suo coraggio". "Più di 100 manifestanti hanno potuto trovare riparo nel suo convento. Li ha salvati dal pestaggio brutale e dall'arresto della polizia", ha aggiunto il direttore.

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