venerdì 14 dicembre 2018
Era in coma farmacologico e non poteva essere operato, a causa della posizione del proiettile, sparato dal killer, che si era fermato alla base del cranio
Antonio Megalizzi non ce l'ha fatta (Ansa)

Antonio Megalizzi non ce l'ha fatta (Ansa)

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Antonio Megalizzi, il giornalista italiano ferito gravemente nell'attacco di Strasburgo, è morto. Era in coma farmacologico e non poteva essere operato, a causa della posizione del proiettile, sparato dal killer, che si era fermato alla base del cranio, vicino alla colonna vertebrale. Sale così a 5 il numero delle persone uccise nell'attacco al mercatino di Natale.

"È una notizie che mi rattrista molto - ha detto il premier Giuseppe Conte a Bruxelles -, ci ha colpito molto, ho salutato con un abbraccio il premier Macron per questo vile attentato. Mi ha molto colpito la notizia di Antonio Migalizzi, di questo ragazzo che era un appassionato del giornalismo, della radio, ed era appassionato di Europa. In questo momento ho un pensiero di grande affetto, molto commosso, alla sua ragazza e ai suoi famigliari. Dobbiamo unirci tutti nella grave perdita di questo ragazzo che era così pieno di vita".

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Antonio Megalizzi, era un giornalista noto per il suo impegno al Parlamento Europeo. Con lui , al momento dell’attentato del 11 dicembre al mercatino natalizio di Strasburgo, c’erano due colleghe che si sono rifugiate in un locale Era un giovane conquistato dall’ideale europeista, aveva 29 anni, era nato a Trento ma di origini calabresi, Si trovava lì per una visita, durante una pausa del suo lavoro di giornalista al Parlamento europeo: era responsabile e leader del network europeo di radio universitarie “Europhonica”, un progetto in cui aveva riversato la sua passione giornalistica e i suoi studi internazionali. Ricoverato in rianimazione, le sue condizioni sono apparse subito molto gravi a causa del colpo di proiettile che lo ha raggiunto al capo.

Dopo la laurea triennale in comunicazione, Antonio frequentava con profitto il secondo anno del corso di laurea in studi internazionali, incardinato fra l’altro nella stessa facoltà di Sociologia dove aveva studiato Valeria Solesin, una delle vittime dell’attentato a Parigi al Bataclan. Dolore a Radio Ottanta, emittente locale di Rovereto, dove Megalizzi teneva una rubrica quotidiana con Andrea De Jorio e Sebastian Rodrigo: «Lo abbiamo sentito pochi minuti prima dell’attentato, era felice dell’esperienza che stava facendo a Strasburgo».



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