lunedì 9 dicembre 2013
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Ieri in tutto il Sudafrica è stata una domenica di preghiera per Madiba, un evento che ha coinvolto milioni di persone. Lo si è ricordato nelle chiese, nei tempi battisti e metodisti, nelle sinagoghe e nelle moschee. A Bryanston, accanto a Zuma, c'erano i rappresentanti del clan Mandela, guidato da suo nipote Mandla, da alcuni anni il nuovo capo clan. Tutti lo chiamano Mata (cioè The Big One, il grande), ed è il più anziano dei nipoti, oltre ad essere stato il preferito di Tata, The Old Man, il grande Vecchio Nelson Rolihlahla Mandela. Accanto a lui c'era anche Winnie, la seconda moglie di Nelson, ma non Graca Machel, la terza ed ultima sposa.Alla cerimonia di Bryanston hanno partecipato anche numerosi bianchi, in un'atmosfera talora di raccoglimento, talora di festa, con canti e balli. C'è stato anche un battesimo, quello di un bambino di pochi mesi, Cooper Slade. Il padre, tale Weir-Smith, ha poi consegnato il piccolo, che ovviamente piangeva, al presidente Zuma che lo ha preso, sorridendo, sulla ginocchia. Come lo stesso papà di Cooper Slade ha poi spiegato a un gruppo di giornalisti anglosassoni, "ho voluto fargli incontrare il presidente in questo giorno speciale. Senza Mandela mio figlio non avrebbe mai avuto un presidente nero".  Nella chiesa a pianta semicircolare costruita in mattoni nel 1996, le centinaia di persone presenti hanno ascoltato Zuma religiosamente. "Ha lottato per la libertà. Ha combattuto a favore degli oppressi, ha voluto che tutti fossero liberi, ha liberato il popolo del suo Paese. Ha combattuto contro la dominazione dei bianchi, ma anche contro la dominazione dei neri", sono state alcune delle parole più sentite pronunciate da Zuma. Il presidente ha ricordato che Madiba ha lavorato incessantemente in favore della riconciliazione nazionale per creare la "Rainbow Nation", la nazione arcobaleno che mira ad offrire "giustizia per tutti e qualità di vita a tutti". Il presidente, in particolare, ha aggiunto che dopo i 27 anni passati in carcere Madiba è riuscito ad ottenere tutto questo anche perché, accogliendo la sua filosofia, "coloro che hanno combattuto gli uni contro gli altri si sono uniti sotto gli stessi valori rappresentando il sole di questo Paese". Il finale della cerimonia è stato un tripudio di balli e di canti, con i bambini che circolavano liberamente nel tempio e tutto sommato pochissimi controlli nonostante la presenza di un capo di Stato.
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