martedì 19 novembre 2019
L'uomo arrestato avrebbe fatto da tramite fra gli esecutori materiali del delitto, che azionarono l'esplosivo, e i mandanti
Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese d'inchiesta uccisa il 16 ottobre 2017 da un ordigno (Ansa)

Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese d'inchiesta uccisa il 16 ottobre 2017 da un ordigno (Ansa)

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Possibile svolta nella vicenda di Daphne Caruana Galizia. Il primo ministro maltese Joseph Muscat ha firmato la lettera che accorda la grazia presidenziale all'uomo che sostiene di conoscere l'identità del mandante dell'omicidio della giornalista. Il provvedimento, scrive il Times of Malta, è condizionato all'effettiva conferma in tribunale delle prove fornite dall'uomo.

Muscat ha spiegato ai giornalisti che la grazia si applicherà a qualsiasi procedimento nel quale l'uomo dovesse essere coinvolto, a patto che vi sia da parte sua collaborazione con le autorità anche in relazione a quelle vicende.

L'annuncio è giunto a poche ore dalle rivelazioni fatte dal Times of Malta, riguardo all'arresto del presunto "intermediario" e alla sua richiesta di grazia in cambio delle informazioni sul mandante dell'omicidio della giornalista, uccisa con un'autobomba il 16 ottobre del 2017. Il premier ha confermato ai giornalisti che l'uomo è stato arrestato giovedì scorso in relazione a un'altra vicenda, in un'operazione congiunta tra Interpol e polizia maltese. L'uomo farebbe parte di un giro di riciclaggio di denaro sporco.

«Se questa persona collaborerà e le informazioni fornite saranno sufficienti per processare il mandante di questo crimine, allora riceverà la grazia presidenziale», ha riferito il premier maltese.

Negli ultimi giorni la polizia avrebbe cercato conferme alle affermazioni fatte dall'uomo e sarebbero stati individuati almeno uno o due individui sospettati di aver fatto parte del complotto ai danni di Caruana Galizia. Le condizioni del provvedimento di grazia sono state oggetto di accese discussioni tra la polizia, il procuratore generale e il premier.

All'indagine stanno collaborando anche gli esperti dell'Europol, che hanno ottenuto dalla magistratura maltese il permesso di esaminare i dispositivi sequestrati al presunto intermediario nell'omicidio della giornalista. Gli investigatori sperano che dall'analisi dei dispositivi possano scaturire ulteriori elementi di prova, da affiancare al resoconto del testimone chiave.

Gli investigatori ritengono che l'intermediario abbia fatto da tramite tra la persona sospettata di avere ordinato l'omicidio della giornalista e gli autori materiali del delitto, oltre alle persone incaricate di reperire il dispositivo esplosivo. Tre uomini, i fratelli Alfred e George Degiorgio e Vince Muscat, sono stati accusati di avere azionato l'ordigno che ha fatto esplodere l'auto della 53enne giornalista davanti alla sua abitazione di Bidnija.

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